Dopo Rafael Nadal, Carlo Alcaraz elimina anche uno stoico Novak Djokovic e si qualifica per la finale del Masters 1000 di Madrid

Carlos Alcaraz completa l’impresa! Dopo Rafael Nadal, il murciano batte anche una stoica versione di Novak Djokovic e lo fa con lo score di 6-7 7-5 7-6, al termine di una lotta estenuante dalla durata di 3 ore e 35 minuti. Lo spagnolo diventa il primo tennista della storia a battere i due mostri sacri nell’arco di uno stesso torneo sulla terra battuta, il decimo considerando tutte le superfici, e prenota il suo posto nella finale del Masters 1000 di Madrid. Domenica, per il suo secondo titolo di questa categoria, troverà uno tra Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev.

Pronti, via e subito break Alcaraz, con Djokovic che perde il servizio per la prima volta nel corso dell’intero torneo. Il numero 1 del mondo non resta certo a guardare e si procura immediatamente una chance di controbreak, non riuscendo tuttavia a concretizzarla: dopo 10 minuti, il punteggio recita 2-0 in favore del murciano. Il livello è altissimo da ambo le parti e Djokovic è nettamente superiore rispetto alle versioni di Monte-Carlo e Belgrado: dopo aver subito il break in apertura, infatti, apre una serie di 21-0 nei propri turni di battuta, giungendo spesso e volentieri ad insidiare il numero 9 del mondo in risposta. Il settimo favorito del torneo si trova spalle al muro nel sesto game e, anche in questo caso, riesce ad uscirne indenne, mostrando, semmai ce ne fosse bisogno, di avere personalità e sfacciataggine da vendere. Perseverare, però, è diabolico e, all’ennesima occasione concessa, Alcaraz cade nel tranello del più esperto campione: 4-4. L’equilibrio regna sovrano nella parte conclusiva del set e, alla fine, è il tiebreak a stabilire il primo importante verdetto: 7-5 il parziale, la prima frazione, dopo 63 minuti, è del tennista serbo.

L’equilibrio permane anche ad inizio secondo set, nei cui primi game i due contendenti non vanno vicini alla violazione del turno di servizio dell’avversario. La palla break che potrebbe sconvolgere gli equilibri è, nel sesto game, in favore dello spagnolo, ben cancellata da Djokovic grazie alla profondità del suo chirurgico rovescio lungolinea. Sul 4-4, Alcaraz evita che si arrivi a una svolta definitiva, annullando una palla break al tre volte campione del torneo e mette pressione sulle spalle del numero 1 del mondo, il quale, sotto 0-30, esce indenne da una situazione complicatissima e impatta sul 5-5. A questo punto, il fenomeno iberico annulla un’ennesima palla break al serbo e poi riesce finalmente a strappargli il servizio: 7-5 Alcaraz, l’incontro si decide al terzo set.

Forte di quanto appena fatto, il numero 9 del mondo ingrana le marce altissime e si procura alcune occasioni per piazzare il break nel quarto game: il serbo, però, è ancora lì a lottare con le unghi e con i dentri e, dopo 2 ore e 32 minuti, siamo ancora 2-2. Nel sesto gioco, Nole si trova di nuovo sul 15-40 e, per l’ennesima volta, quattro punti fenomenali lo mantengono in vita in quest’incontro di livello stellare. La palla break, allora, passa subito in favore di Djokovic, ma Alcaraz mostra di possere anche lui la qualità di tirar fuori il meglio di sé nei momenti cruciali. E la zampata finale potrebbe essere la sua: nel decimo game, conquista un match point e qui il serbo porta il suo livello sulla Luna, giocando alcuni punti clamorosi e salvando la sua pelle: 5-5. Alla fine, questa semifinale si gioca tutta in un tiebreak ed è il futuro (e presente) del tennis a sfondare la porta del passato (ma ancora presente) del tennis: 6-7 7-5 7-6, in finale va Carlos Alcaraz!