Dijana Djokovic, madre del campione serbo racconta suo figlio e parla di come ha vissuto la finale di Wimbledon 2019

Novak si sente scelto da dio, è credente ed indossa una croce proveniente da un monastero greco. Prega sempre alla mattina e alla sera”. Questa la rivelazione di Dijana Djokovic al portale serbo Blic Sport. La madre del numero uno del mondo ha parlato a lungo nel format “Majke Šampioni”, titolo traducibile come “madri di campioni”. Tra i tanti ricordi, quello più recente riguarda la finale di Wimbledon 2019 contro Federer: “Ho visto tanti match di Nole, ma quella finale è stata la peggiore da seguire. Tutto il Centrale tifava per Roger, con l’eccezione di qualche persona, personalmente so che non è bello dire che la cosa mi desse fastidio; ma è così, anche perché trovo Federer un po’ arrogantele parole di Dijana – Al momento dei due match point ho afferrato la croce che arriva dal fiume Don che indosso sempre e che già più volte mi aveva salvato in momenti difficili, lo ha fatto di nuovo”.

Tornando indietro invece, la madre del campione serbo ricorda i sacrifici economici fatti nei primissimi anni di attività: Lavoravamo, ma i soldi erano appena sufficienti per pagare l’affitto. Mio marito accompagnava Novak ai tornei e io stavo a casa con gli altri figli senza sapere dove prendere i soldi per comprare il pane, ero disperata – il ricordo ancora vivo al quale segue la soluzione trovata dal marito Srdjan – Ci facemmo prestare soldi da gente poco raccomandabile ai quali avremmo dovuto pagare gli interessi. Inizio così un circolo vizioso dove per pagare i debiti ci facevamo prestare soldi dal altra gente e così via. Mio marito cercò a lungo sponsor e spesso la porta gli veniva sbattuta in faccia ed in quel periodo nessuno di noi poteva irritare Novak”. Parlando del rapporto con il figlio però mamma Djokovic non nasconde che vorrebbe averlo più vicino: Mi manca il tempo con lui, oggi Novak appartiene più al mondo che alla sua famiglia. Sarebbe bello stare mezz’ora noi due soli a parlare, ridere e piangere”.