Lesia Tsurenko, dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha trovato una nuova casa nel Piatti Tennis Center di Bordighera, con lei anche Marta Kostyuk e tanti altri ragazzi ucraini

La tennista ucraina Lesia Tsurenko, dopo la sua trasferta americana per Indian Wells e Miami, aveva fatto sapere a tutto il mondo che, abitando a Kiev, non aveva più un luogo da poter definire casa, dove stabilirsi e allenarsi. Da quel momento, la numero 135 del mondo ha ricevuto tanta solidarietà ed è stata ospitata dal Piatti Tennis Center di Bordighera, nel quale, dopo un periodo di prova in cui si è trovata benissimo, ha deciso di restare, affidandosi dunque allo staff di Riccardo Piatti. Con lei, c’è anche la diciannovenne Marta Kostyuk, numero 52 del mondo, nonché grande promessa del futuro del tennis, che si sta avvalendo del grande lavoro di coach Andrea Volpini e dell’osteopata Claudio Zimaglia, che tanto da vicino hanno seguito Jannik Sinner, portandolo tra i primi 10 tennisti della classifica mondiale. Non solo loro però: la struttura ha aperto le porte anche ad altri ucraini. Tra loro, spiccano il sedicenne Andrii Zimnokh, Sofiia Zhylchuk, numero 657 del ranking WTA, e il coach Igor Dudun, ventiquattrenne di madre italiana, che non ha potuto fare rientro in patria dopo lo scoppio del conflitto.

“Tramite alcuni contatti – ha spiegato Luigi Bertino, direttore del Piatti Tennis Center – ci ha chiesto se potevamo aiutarlo per un breve periodo, in attesa che trovasse una soluzione più stabile. Così è stato inserito nello staff come assistant coach, fornendogli l’ospitalità e tutto ciò di cui aveva bisogno. Si tratta di persone che stanno vivendo una situazione molto complicata, che le obbliga a rimanere lontano dal proprio Paese se desiderano svolgere attività. Di fronte a delle richieste d’aiuto ci è sembrato doveroso fare la nostra parte. Per i ragazzi è importante non solo trovare delle soluzioni temporanee di assistenza, ma anche avere una base dove potersi allenare con tranquillità, senza doversi preoccupare di questioni logistiche e senza il rischio di perdere mesi preziosi in un periodo molto importante della loro formazione. Compatibilmente con le nostre possibilità e quelle di un centro che non ha un solo posto libero, desideriamo dare il massimo sostegno sotto tutti i punti di vista, per permettere loro di continuare a svolgere al meglio la loro attività”.