Luciano Darderi, convocato dall’ATP come sparring dei protagonisti delle Finals 2020 racconta ai nostri microfoni l’inizio della propria esperienza londinese

«Ero al Challenger di Parma quando sono stato chiamato dall’ATP e mi è stato proposto di venire a Londra per fare da sparring ai protagonisti delle ATP Finals, naturalmente ho accettato”. Horacio Zeballos, Diego Schwartzman e Novak Djokovic, questi sono i campioni con cui Luciano Darderi ha già avuto la fortuna di allenarsi a Londra, dove domenica 15 novembre inizierà l’edizione 2020 delle ATP Finals. Il 18enne romano di origini argentine si allenerà con il gotha del circuito per l’intera durata della manifestazione e racconterà giornalmente la sua avventura su tennisitaliano.it.

«Al mio arrivo in aeroporto sono stato accolto dalla transportation del torneo. In albergo mi sono immediatamente sottoposto al tampone e ho dovuto aspettare il risultato in camera per circa sei ore». Luciano ricostruisce il suo arrivo nella capitale britannica dove è stata istituita una bolla per l’evento: «Siamo tutti nello stesso hotel e ai giocatori è consentito un numero massimo di tre accompagnatori. Non possiamo andare da nessuna parte, ci muoviamo solo tra campi ed albergo e questi spostamenti avvengono in sicurezza con la transportation». Per quanto riguarda invece l’aspetto essenziale degli allenamenti è l’ATP a prendere in carico tutta l’organizzazione: «Io, Dominic Striker e Arthur Fery siamo stati chiamati come sparring ed è un ragazzo dell’ATP a chiamarci per le sessioni di allenamento. Naturalmente se hai conoscenze puoi organizzarti anche in autonomia, per esempio il mio preparatore atletico conosce Marco Panichi e tramite lui ha organizzato la sessione di gioco con Djokovic». Darderi porta l’esempio personale che gli ha consentito di allenarsi con il numero uno del mondo, anche se adesso il suo obiettivo per la settimana è un altro: Mi allenerò venerdì sera con Berrettini che è qui come riserva e spero possa un’altra bella esperienza, ma nei prossimi giorni mi piacerebbe molto giocare con Nadal».

«Giocare con Schwartzman è stato bello e significativo. Diego è argentino come me e mi fa piacere che sia così in alto in classifica; già ci conoscevamo ma non avevo ancora avuto l’occasione di condividere il campo con lui. Per me era la prima volta con un top ten e sin dalle prime battute ho notato un modo differente di allenarsi». Questo il dettaglio che ha colpito l’attuale numero 10 del ranking ITF Under 18 durante le prime sessioni di gioco a Londra. «Sia Diego che Nole sono sempre focalizzati su quello che fanno, in due ore di allenamento riescono a giocare ogni colpo al 100%; questo anche grazie alla loro condizione fisica che è straordinaria. Ho già capito infatti che per raggiungere il loro livello dovrò lavorare tanto sull’aspetto atletico che un po’ mi manca adesso – sottolinea Luciano prima di tornare sull’esperienza fatta alla O2 Arena con Djokovic – È stato speciale, è il numero uno del mondo e neanche a dirlo gioca un tennis straordinario. La palla è sempre profondissima e come ho detto ha una grandissima continuità». Ribadisce Darderi che conclude con una riflessione consapevole su ciò che lo attende dopo Londra: Stare qui ti fa sentire importante ed è un’opportunità bella quanto unica, ma naturalmente non è un punto d’arrivo e dopo questa settimana il mio cammino continuerà».