Dopo una giornata di stop precauzionale, Luciano Darderi si allenato con Diego Schwartzman e Stefanos Tsitsipas
Luciano Darderi è tornato in campo con i protagonisti delle ATP Finals 2020. Dopo un giorno di stop precauzionale per dei dolori alla schiena, l’italo-argentino classe 2002 ha ripreso l’attività da sparring con una doppia seduta: “Questa mattina ho scaldato Schwartzman prima del match con Djokovic. Ho iniziato piano e poi è andata sempre meglio, prima di entrare in campo avevo preso dei farmaci e fatto un massaggio”. Spiega Darderi che in questi giorni già si era allenato con l’argentino. Dopo la sessione con El Peque, Luciano contava di allenarsi il pomeriggio con Medvedev anche se i piani sono poi cambiati in corsa e sul secondo campo d’allenamento ha fatto da sparring a Tsitsipas: “Già con Diego avevo tenuto ritmi buoni, con Stefanos mi sono allenato molto bene è stata un’ora e mezza intensa”. Racconta soddisfatto il numero 10 del ranking ITF Under 18 che in mattinata aveva palleggiato sulla O2 Arena: “Il campo principale è più lento rispetto ai due di allenamento, questa è la differenza principale – analizza Darderi che in questi giorni ha anche la fortuna di poter vedere gli incontri del torneo che si sta svolgendo a porte chiuse – Poter vedere le partite di questa settimana dal vivo è una fortuna in più. In partita naturalmente tirano meno forte che in allenamento, ma è incredibile come si alzi ulteriormente l’accuratezza dei loro colpi”. Su questo Darderi si è brevemente confrontato con Arthur Fery, altro sparring presente a Londra: “Io, Stricker e Fery di base in hotel restiamo con i nostri team, ma con Arthur abbiamo parlato un po’, specialmente di Djokovic che è il giocatore che più mi ha sorpreso finora”.
Della sessione del primo pomeriggio ha parlato ai nostri microfoni anche Gino Darderi che in particolar modo si è confrontato con Apostolos Tsitsipas: “È molto bravo e abbiamo parlato un po’. Stefanos è un top ten ed è sorprendente sia il padre ad allenarlo, io pensavo di essere severo ma Apostolos non è da meno – commenta Gino che svela la conversazione avuta con il padre e coach dell’attuale numero sei del mondo – Apostolos mi ha detto di non lasciare mai mio figlio perché gioca molto bene e ha aggiunto che se gli ho insegnato io a giocare ed è arrivato qua vuol dire che ci capisco. Questo onestamente devo ammettere che mi ha tranquillizzato, perché tutti vogliamo il meglio per il proprio figlio ma a volte non sai se vai nella giusta direzione”.