Il centralino del National Tennis Center funziona da magazzino di smistaggio per pasti caldi destinato a lavoratori e pazienti. Su altri 12 campi dalla prossima settimana 350 letti ospiteranno pazienti afflitti da Covid-19 per alleviare la situazione degli ospedali di New York, la città più colpita negli Usa, già sovraffollati per l’emergenza

Ecco come appare oggi il Louis Armstrong Stadium, l’ex centrale di Flushing Meadows, dopo che l’intero complesso che ospita gli Us Open, Il Billie Jean King National tennis Center, è stato riconvertito in ospedale da campo. Il New York City’Emergency Management, l’unità di crisi della città, ha iniziato a trasformare 12 dei campi in corsie di emergenza, che dovranno ospitare 350 letti su una superficie di circa 2.500 metri quadrati. I primi pazienti dovrebbero arrivare all’inizio della prossima settimana. L’Armstrong invece oggi funge da magazzino da quale ogni giorno escono 25 mila pasti in scatola che contengono l’equivalente di due giorni di colazione, pranzo e cena per pazienti, lavoratori e bambini coinvolti nell’emergenza. Il bilancio dei morti a New York è ormai vicino a quota 3000, con un incremento di 562 solo nella giornata di venerdì. «L’ospedale Elmhurst nel Queens è a due passi dal tennis», ha spiegato al sito della Usta Danny Zauster, direttore esecutivo del Centro. «Per noi sostenere la comunità locale e aiutare a togliere un po’ di pressione all’ospedale di Elmhurst è una cosa molto importante». Levy Restaurants, il catering ufficiale degli US Open, e Restaurant Associates stanno utilizzando la mensa dello stadio per realizzare i pasti in scatola. Le squadre che li preparano lavorano in due turni, dalle 6 alle 15 e dalle 14 alle 23, sei giorni alla settimana.

«Vorremmo tutti tornare ai tempi in cui le cose erano normali e la gente era qui per giocare a tennis», ha spiegato il sindaco di New York Bill de Blasio parlando proprio al National tennis Center. « Ci manca ed è triste. Ma sappiamo anche che questa crisi non durerà per sempre. Sarà molto intensa, ma grazie a Dio, sarà breve (…) Quando la gente qui al centro tennis ha sentito che c’era bisogno di aiuto, ha detto subito di sì. Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui questo sarà di nuovo un luogo dedicato al tennis. Ma nel frattempo mi ispira il fatto che la gente si sta facendo avanti». Al momento la disputa degli us Open sembra insomma apesa ad un filo. Ma non ci potrebbe essere un migliore utilizzo dei campi che di solito accolgono Federer, Nadal, Djokovic e gli altri tennisti del circuito.