Le parole di Lorenzo Musetti alla ESPN alla vigilia dell’esordio nel torneo ATP 250 di Buenos aires. Il carrarese si è concentrato sulla propria condizione attuale e ha gettato uno sguardo al futuro, parlando dei tornei che sogna di vincere e tornando sui suoi attacchi di panico.
Lorenzo Musetti esordirà nel torneo ATP 250 di Buenos Aires, dov’è la testa di serie n.3, contro Pedro Cachin. Il carrarese, alla vigilia dell’esordio in campo, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni alla ESPN, toccando diversi aspetti della propria vita professionale. La prima considerazione riguarda il viaggio in Sudamerica, per giocare sulla terra e non sul veloce europeo: “Volevo fare qualcosa di diverso. – Ha spiegato Musetti. – L’anno scorso ho scelto la superficie rapida ed è stata una buona soluzione per il finale di stagione. Ora credo sia il momento giusto per giocare sulla terra, è la superficie su cui ho ottenuto i miei risultati migliori e credo di poter fare bene. Non ho punti da difendere, mi trovo bene qui”. L’azzurro ha speso poi parole al miele per il proprio coach e mentore, Simone Tartarini: “Simone mi ha sempre aiutato, economicamente e affettivamente. È stata la chiave per arrivare dove sono ora. È una figura importante, perché l’ho conosciuto a nove anni e abbiamo condiviso tanto. Non credo che lo cambierò mai perché abbiamo un legame importante, che va oltre il tennis”. Proprio con l’ausilio di Tartarini, Musetti sta crescendo ancora, e sa che deve continuare a migliorare per arrivare al livello dei grandi di questo sport: “Sto lavorando sul piano fisico, sull’essere più preparato per giocare con regolarità anche nelle partite di tre o quattro ore. Pian piano arriverò dove devo arrivare e otterrò risultati migliori anche nei tornei dello Slam, spero di poter fare bene soprattutto sulla terra di Parigii”.
Molto interessante la riflessione sugli attacchi di panico, di cui Musetti ha parlato con lucidità e serenità già la scorsa stagione dopo la sconfitta in semifinale a Firenze contro Felix Auger-Aliassime, frutto proprio di un attacco di panico: “Fanno parte dell’esperienza, perché questo è uno sport che mette molta pressione. In campo ci si va da soli e non è facile affrontare tutti i problemi da soli. A volte la pressione è così forte che non si può fare nulla, però sto migliorando, sto lavorando con uno specialista e sono convinto che non ricapiterà”. Lo sguardo è sempre verso il futuro, dunque, e il futuro è costellato di tornei che Musetti attende già con grande ansia, tre su tutti: “Wimbledon, Roma e il Roland Garros sono tornei incredibili, mi piacerebbe vincerne uno tra quelli, non importa quale. Se devo scegliere prendo Wimbledon perché è il mio Slam preferito per l’eleganza con cui si presenta, ma vincere Roma, in casa, sarebbe qualcosa di indimenticabile”.
Legata a Wimbledon, ovviamente, è la figura di Roger Federer, di cui Musetti ha parlato così: “Federer è speciale, è il mio giocatore preferito. Una fonte di ispirazione per me, non solo in campo ma anche fuori per la sua eleganza e la sua personalità. L’immagine che dà di sé è molto positiva”. Oltre al campione svizzero, Musetti ha dedicato delle parole anche a Carlos Alcaraz e Novak Djokovic, che si sono recentemente avvicendati nella prima posizione del ranking mondiale: “Copiare Alcaraz e Djokovic non sarebbe buono per me, ogni giocatore è diverso e ha una propria personalità. Quello che ha fatto Carlos l’anno scorso è stato incredibile, merita tutto il successo che ha avuto. Io credo di dovermi concentrare sulla mia carriera, non guardare al di là di quello che sono in quanto giocatore. Credo che Carlos vincerà altri Slam, così come Nole e, lavorando duramente, farò un passo verso di loro anche io”.