Le ricerche condotte dal noto quotidiano inglese sulla “società segreta” dei giudici di sedia nel tennis, sono arrivate ad una svolta
Pochi mesi fa il quotidiano inglese Telegraph aveva reso nota la sospensione del giudice di sedia Soeren Friemel, capo dell’arbitraggio ITF noto soprattutto per aver decretato la squalifica di Novak Djokovic agli US Open 2020 dopo che il tennista serbo aveva colpito con una pallata alla gola una giudice di linea. Friemel è in stato di sospensione volontaria dal 19 giugno, dopo che un arbitro maschio più giovane lo aveva accusato di comportamenti inappropriati.
Il Telegraph ha continuato le sue indagini e in un articolo pubblicato oggi, si legge: “Gli arbitri di tennis vivono sotto un regime di paura e sono a rischio di avances sessuali secondo alcune figure di spicco, che hanno chiesto una riforma urgente per impedire lo sfruttamento degli ufficiali di gara giovani. Abbiamo scoperto che:
– Gli abusi di potere di questo tipo sono noti alle autorità del tennis da almeno 15 anni
– Sono stati impiegati accordi di riservatezza per mantenere segreti tali casi
– Essere aperti alle avances sessuali” è stata a lungo considerata una corsia preferenziale per aspiranti arbitri
– Un piccolo numero di persone ha un’influenza sproporzionata sulle nomine arbitrali, creando reti di clientelismo e potenziale sfruttamento
– Le persone hanno paura di parlare apertamente, poiché gli informatori tendono a essere ostracizzati”.
Il quotidiano ha anche scoperto che le autorità del tennis hanno vietato agli arbitri qualsiasi interazione con i media. Richard Ings, ex capo dell’arbitraggio dell’ATP Tour, su questo argomento fatto aveva dichiarato: “Questa regola è stata progettata per evitare la discussione di casi particolari all’interno delle partite. Non è mai stata pensata per proteggere lo sport dall’imbarazzo. Ma è quello che è diventato. Se raccontano a un giornalista quel che sta accadendo dietro le quinte, anche in modo anonimo, i loro capi andranno a caccia di chi ha dato quell’informazione. Se trovano il colpevole, o magari sospettano di qualcuno, non devono nemmeno portare una vera e propria accusa di inadempimento al codice di condotta, possono semplicemente non selezionare più quella persona per l’incarico successivo. Il messaggio si diffonde rapidamente e si costruisce un muro di silenzi”.
“L’arbitraggio deve essere rivisto” – ha invece affermato un alto dirigente del tennis, del quale però non si fa il nome.
Altri ex ufficiali di gara hanno rivelato al Telegraph che abusi di vario genere avvengono in segreto da decenni. “Ai miei tempi, era un sistema ben noto per velocizzare la tua carriera usare il proprio corpo per promuovere la carriera” – dice Martin Wikstrom, svedese che fu giudice di sedia nei primi anni 2000, prima di diventare un dirigente d’azienda di successo. “Se si guarda ad alcuni degli ufficiali di gara che sono riusciti a emergere non ce l’avrebbero mai fatta, se fosse dipeso puramente dalla loro competenza“.
Secondo un altro ufficiale di gara, la mancanza di chiarezza sulle nomine permette che si sviluppino reti clientelari: “Al giorno d’oggi, affinché un arbitro faccia una buona carriera o venga promosso, non è sufficiente essere bravo sulla sedia. Anche la faccia conta. Se ti costruisci le giuste connessioni, o vai ai matrimoni giusti, passerai davanti anche persone molto più brave di te, e continuerai ad andare avanti, anche se fai pessimi errori in diretta televisiva mondiale“.
“Credo fermamente che sia noi che i tour dobbiamo continuare ad allinearci e lavorare a stretto contatto, a vantaggio dell’arbitraggio a livello globale. Lavorando insieme possiamo affrontare con successo le sfide emergenti come il ruolo delle nuove tecnologie, ad esempio le chiamate elettroniche, che richiederanno senza dubbio modifiche al percorso di sviluppo per la prossima generazione di arbitri e ufficiali di gara” – afferma invece Kris Dent, responsabile del tennis professionistico dell’ITF, il cui dipartimento supervisiona gli arbitri.
Nell’articolo si discute infine del rapporto giocatore-arbitro, che negli ultimi mesi è sempre più sotto l’occhio del ciclone. Lo stesso Wikstrom aveva commentato sui social media: “Gli arbitri sono accucciati in grembo ai migliori giocatori“, in seguito alla condanna poi sospesa dal capo dell’arbitraggio ATP Miro Bratoev nei confronti di Alexander Zverev, dopo la racchettata indirizzata dal tedesco al giudice di sedia nel torneo di Acapulco.
Proprio per comportamenti come questo, la scorsa settimana, il numero 1 dell’ATP Andrea Gaudenzi aveva inviato una circolare all’attenzione del tour maschile in cui lamentava che: “I primi tre mesi della stagione hanno visto un’insolita frequenza di incidenti, con giocatori di alto profilo che si sono resi protagonisti di comportamenti antisportivi“.