Le parole in conferenza stampa della tennista ucraina, dopo il derby vinto con Kalinina al secondo turno di Wimbledon
La giornata di secondi turni a Wimbledon si è aperta con una sfida speciale. Lesia Tsurenko ha conquistato il derby ucraino con Anhelina Kalinina, terminato con il punteggio di 3-6 6-4 6-3 dopo 2 ore e 30 minuti di gioco. La vigilia della partita era stata caratterizzata dalle richieste fatte da entrambe le giocatrici all’organizzazione, con l’obiettivo di dimostrare la vicinanza al proprio Paese. Sia Kalinina che Tsurenko si sono infatti presentate in campo con un fiocco gialloblu, che di regola sarebbe vietato sui campi di Wimbledon. Ma in conferenza stampa, la più esperta delle due ucraine ha spiegato: “Ho chiesto all’organizzazione e la risposta è stata: sì potete indossarlo“.
“Cose orribili continuano ad accadere in Ucraina, atti terroristici, molti civili morti. E soprattutto è molto doloroso per me vedere che la propaganda russa dice solo che, per esempio, quel centro commerciale a Kremenchuk non funzionava. Questa è una bugia. – ha continuato Tsurenko– È semplicemente orribile quello che sta succedendo in Ucraina. Mi sento malissimo, e mi sento molto in colpa, e sento che sembra che non ci sia niente che posso fare. Quindi l’unica cosa è continuare a giocare e, come ho detto, voglio donare il 10% del mio premio in denaro“.
Poi ha confessato: “Questa è la mia situazione, la mia famiglia viveva in Georgia. Nel 1993, la notte di Capodanno, tra il 1992 e il 1993, siamo scappati dalla Georgia, perché lì c’era la guerra. Quella guerra era stata fatta dalla Russia, quindi è la seconda volta che la mia famiglia viene influenzata dalle azioni del governo russo. Se c’è qualcosa che ogni persona in questo mondo può fare, penso che sia positivo che lo facciano. Se pensano che donare 10 dollari non significhi niente, non è vero“.
L’ucraina ha concluso: “Sono d’accordo con l’esclusione dei tennisti russi e bielorussi dal torneo. È un passo per dimostrare che questo è ciò che tutti noi dovremmo fare. Sono ucraina. Non c’è altra opinione nella mia testa. Sarei la prima a dire che i giocatori non dovrebbero essere banditi ma ho sentito solamente due di loro mi hanno detto di essere contro la guerra“.