La giovanissima promessa bosniaca, classe 2010, è stata sconfitta oggi dalla bolognese Salvadori.
Il Lemon Bowl racchiude storie che provengono da ogni parte del mondo e rappresenta una di quelle tappe fondamentali per le giovani promesse della racchetta. Sui campi del New Penta 2000 si è messa in luce la bosniaca Tea Kovacevic, classe 2010, arrivata a Roma dopo un viaggio di 16 ore in macchina assieme al padre Marko. Oggi è stata sconfitta nella categoria Under 12 per mano della bolognese Micol Salvadori con un duplice 6-2, pagando in particolar modo la differenza di fisicità con l’avversaria.
Con un gioco particolarmente propositivo e con le idee chiare, Kovacevic cerca di dare un’idea del suo tennis a chi non l’ha mai vista in scena: “Mi piace giocare con ragazze forti – ammette – amo i match duri perché mi danno quella forza per allenarmi sempre di più. Il mio colpo preferito e anche quello migliore è il dritto, mi piace molto l’allenamento. Il servizio invece è ancora abbastanza complicato per me. Il mio giocatore preferito è Novak Djokovic, apprezzo tutto del suo gioco e sono felicissima quando vince i tornei. Il mio sogno? Vincere Wimbledon e diventare numero uno al mondo”.
Kovacevic nei prossimi giorni resterà a Roma per visitare la città con il padre, nonché coach, Marko: “Ho iniziato a giocare quando avevo un anno e 5 mesi – prosegue Tea -. Sono la prima ragazza della Bosnia per quanto riguarda le Under 12. Quando ho iniziato a camminare ho subito preso in mano la racchetta. Successivamente, da quando ho compiuto 4 anni ho cominciato ad allenarmi due o anche tre volte al giorno. Ci sono dei campi proprio dietro casa mia, a Bosanska Gradiška, uno in terra e un altro in cemento e questo mi ha spinto ad avvicinarmi a questo sport”.
Micol Salvadori vola dunque ai quarti di finale e prosegue il proprio cammino al Lemon Bowl: “La partita è stata bella e particolarmente intensa – le parole della giocatrice del CT Bologna – mi sono divertita. Mi piace confrontarmi con altre bambine, sia italiane che straniere, così da capire quanto io sia cresciuta e quanto devo ancora migliorare”. Poi rivela un importante relazione con la religione: “Io e la mia famiglia siamo molto credenti. È Dio che traccia la mia strada, decide se vinco, mentre quando devo perdere lo decide perché da quella sconfitta imparerò qualcosa”, conclude.