Il documentario “Portrait of a Champion” racconta l’avventura di Federer alle prese con l’arte di Ugo Rondinone, scultore svizzero. Durante le riprese, avvenute dal 2020 al 2022, il campione ha parlato più volte del proprio ritiro, e insieme a lui ne ha parlato Tony Godsick, storico agente dello svizzero, che ha rivelato interessanti retroscena sulla vicenda.
Roger Federer è il protagonista di un nuovo documentario dal titolo “Portrait of a Champion”, in cui il campione diventa modello di una scultura dell’artista svizzero Ugo Rondinone: “burn shine fly”. Federer è stato ripreso dal 2020 al 2022, mentre la scultura veniva ultimata, e in questo frangente ha parlato anche del proprio ritiro, prima di prendere la decisione definitiva e lasciare il tennis durante la Laver Cup 2022. A parlare, però, è anche l’agente del tennista, Tony Godsick, che rivela degli interessanti retroscena sulla sofferta scelta. “Hai fatto tutto quello che potevi per questo sport, perché continui a voler tornare?” – Queste le parole con cui lo storico collaboratore si rivolge al suo assistito, che durante le riprese stava svolgendo la riabilitazione dopo il terzo intervento al ginocchio.
“Una delle cose che più gli mancano è tornare nel tour con gli altri ragazzi, scherzare negli spogliatoi e allenarsi, tutto ciò che viene prima della competizione. Ma, in realtà, è un tipico ragazzo squadra che poi vuole ucciderti. Quando sei in campo con lui, non vuole fare altro che vincere, non vuole lasciarti nulla. Non ho idea del perché abbia ancora quel fuoco dentro, ma è divertente da osservare”. – Ha proseguito l’americano, e Federer gli ha fatto eco: “Il tour è la mia seconda famiglia, i fan meritano di vedermi ancora una volta, ma si meritano una buona versione di me, non quella che hanno visto nell’ultima partita di Wimbledon”. Alla fine, rivela Godsick, chi voleva veramente il ritorno di Federer più di ogni altra cosa era Federer stesso: “Non c’è nessun altro che lo spinga. Anzi, ci sono tante persone dietro le quinte: famiglia, compagni, allenatori, medici, che stanno mettendo in dubbio questa scelta. Parte tutto dalla motivazione, è una sfida contro sé stesso. Non gioca per i soldi, né per la sua famiglia, né per i suoi genitori. Non gioca per nessun altro motivo che non sia sé stesso e penso che questo sia impressionante”. La conclusione della storia è ben nota a tutti, ma queste nuove rivelazioni fanno riflettere, ancora una volta, sull’amore che Roger Federer ha per il tennis e per i suoi tifosi.