Oggi quindicenne, la giovanissima Thea ha interpretato la piccola Serena Williams nel film “King Richard – Una famiglia vincente”

Da Hollywood ai campi da tennis “veri”, piccole Serena Williams crescono. Chi ha visto il film “King Richard” (da noi, “Una famiglia vincente”) sulla infanzia delle due sorellone e soprattutto sull’autentico protagonista della loro avventura, papà Richard – portato sullo schermo da Will Smith, che vinse per la sua interpretazione l’Oscar del 2022 come miglior attore – si ricorderà probabilmente dei colpi potenti della piccola Serena, interpretata nelle scene di campo da una ragazzina di dodici anni, ai tempi considerata la numero 1 degli Stati Uniti nella sua fascia d’età.

Tre anni dopo, quella giovanissima tennista – ora quindicenne – sta facendo parlare di sé per i suoi risultati agonistici e si è meritata qualche riga di commento nell’articolo che il bollettino dell’ITF ha appena dedicato agli junior più in vista di questo inizio di stagione. Parliamo di Thea Frodin, nata il 17 dicembre del 2008 a Woodland Hills, un sobborgo di Los Angeles a una cinquantina di chilometri dalla ormai celebre Compton, proprio dove sono cresciute le due Williams. Di padre svedese (Mathias) e di madre originaria del Gabon (Doris), Thea è già numero 36 delle classifiche mondiali e quest’anno ha vinto 17 partite delle 22 giocate, con il trionfo nel torneo J200 di Santo Domingo e la finale nel J300 di Barranquilla.

Già due partite vinte nel 2023 nei tornei Itf per “grandi”, si allena spesso nel centro Usta di Carson, ma i suoi primi allenatori – nell’accademia di Burbank – sono stati Ceciil Mamiit (ex numero 72 del ranking Atp) e Orlando Silvoza. Osaka e naturalmente Serena Williams («amo la sua aggressività, la forza che emana in campo») come muse ispiratrici, Frodin ricorda con simpatia, e un pizzico di presunzione, l’esperienza cinematografica.

«Non dovevo recitare, ero impegnata solo come giocatrice, è stato divertente ma faticoso. In particolare dovevo imitare il gioco di Serena, ma il mio stile è diverso… credo comunque di esserci riuscita bene. Non ho ancora avuto il modo di incontrarla, spero di poterla conoscere presto, magari in uno degli Slam. Il mio futuro? Giocare bene a tennis e vincere, ma forse il vero sogno è diplomarmi a Stanford…». Neanche sedici anni ma già idee molto chiare.