Il bosniaco ha voluto far chiarezza sulla squalifica ricevuta nelle qualificazioni di Acapulco
“Non ho minacciato nessuno di morte”. Damir Dzumhur fa il punto della situazione all’indomani del match del secondo turno delle qualificazioni dell’ATP 500 di Acapulco che lo ha visto sconfitto per squalifica contro Botic Van De Zandschulp. “Non sono stato squalificato, ho lasciato il campo volontariamente perché non potevo permettermi a qualcuno di trattarmi così”. Precisa Dzumhur anche se dopo il warning ed il penalty point, nel momento in cui lui abbandona è default per condotta antisportiva anche per come ha agito successivamente. Il match si è concluso sul 5-6, 15-15; ma la miccia è scoppiata sul 5-5, 40-40 quando su un colpo lungo dell’olandese non è arrivata nessuna chiamata: “Al cambio campo ho detto all’arbitro che gli avrei fatto causa per aver influenzato l’esito del match. Ho preso warning per questo e non ha molto senso. Poi successivamente lui mi ha detto che bastava ed io ho replicato che avrei deciso io quando era abbastanza. Non l’ho minacciato di morte come detto, ma dopo al supervisor ho detto che avevo intenzione di colpirlo anche se lui mi ha fatto desistere, nonostante fossi molto nervoso”. Il bosniaco ha parlato dell’accaduto in particolar modo per fare precisione sulle presunte minacce: “Quella è stata una grossa bugia, non so come da Acapulco si possa essere diffusa questa voce, ma credo sia brutto scrivere alcune cose in questo modo”.