Le parole in conferenza stampa del tennista di Carrara, giustiziere di David Goffin
Al suo debutto ufficiale in un torneo dello Slam, Lorenzo Musetti ha imposto una severa lezione al numero 13 del seeding David Goffin, battuto per 6-0 7-5 7-6. Al termine del match, il numero 76 del mondo ha potuto esprimere tutta la sua soddisfazione per aver, grazie ad un’ottima prestazione, ottenuto la prima vittoria a livello Major.
“Era la prima volta – dichiara Lorenzo – che giocavo in un Grande Slam al meglio dei cinque set. Oggi ho giocato un match davvero incredibile, impattando i colpi benissimo sin dal primo punto. Non è stato poi semplice portarla a casa perché, proprio nel momento in cui dovevo chiudere, David ha iniziato a rispondere alla grande e ciò ha fatto sì che facessi fatica a tenere la battuta. Questo però non mi ha destabilizzato: sono rimasto concentrato e alla fine ho giocato uno dei migliori tiebreak della mia carriera. Sono veramente orgoglioso di quello che ho fatto. Sinceramente non mi aspettavo neanche di rimanere così tranquillo nel momento in cui sono stato breakkato, in quanto lui mi stava mettendo grande pressione da fondocampo, giocando sempre nei pressi della riga. Comunque, sono rimasto calmo e ho giocato ogni punto come se fosse l’ultimo, provando a non parlare: sì, ha funzionato e ne sono felice”.
A proposito del suo ottimo score contro giocatori più in alto di lui in classifica, Musetti afferma: “Credo che aver ottenuto tante vittorie contro giocatori top 20 sia la dimostrazione che sono in grado di giocare al loro livello. Ci sono però degli aspetti su cui devo ancora lavorare, soprattutto dal punto di vista mentale: a volte entro in campo non così tanto concentrato e questo, ovviamente, mi porta a non giocare il mio miglior tennis, che è quello che ho fatto vedere oggi. Solitamente, contro questi giocatori ben piazzati in classifica, scendo in campo deresponsabilizzato e ciò fa sì che io possa essere rilassato e giocare ad alto livello. Giocare contro il numero 13 del mondo non è come giocare contro un giocatore peggio piazzato contro cui hai l’obbligo di portare a casa la partita. Oggi non mi sentivo costretto a vincere e questo mi ha aiutato molto: sono soddisfatto”.
Per concludere, una riflessione anche su quanto appreso durante i tornei junior: “Penso che la mia carriera da junior mi sia servita – afferma il numero 30 della Race – dal momento che mi ha abituato a giocare sempre delle partite ad alta pressione, soprattutto dal momento in cui ho vinto gli Australian Open. Da lì in poi ho iniziato ad avere tantissima pressione da parte dei media e questo è stato importantissimo perché ho imparato a convivere con queste sensazioni. Detto questo, sono ancora giovane e, anche se ho un pochino di esperienza, devo ancora giocare tante partite e migliorare giorno dopo giorno”.