Per la prima volta dal 22 settembre 1997, Roger Federer, inattivo ormai da 52 settimane, non figura più nel ranking ATP. È la dura legge del tempo che colpisce tutti indistintamente: con lui, esce di scena anche Dustin Brown, uno degli erbivori più amati dell’ultimo decennio

È la dura legge del tempo che passa e colpisce tutti, senza distinzione, anche quando si tratta di campioni del calibro di Roger Federer. L’8 volte campione di Wimbledon è, infatti, inattivo da ormai 52 settimane e questo, nelle regole del tennis, significa uscita dalla classifica mondiale, che non vede più il suo nome per la prima volta da quando, il 22 settembre 1997, l’elvetico ci entrò alla posizione numero 803. Un percorso che vale la pena ricordare, vista la sua straordinarietà: il 20 settembre 1999 l’ingresso in top 100, il 6 marzo 2000 per la prima volta in top 50, la top 20 agguantata il 26 febbraio 2001, così come la top 10 il 20 maggio 2002, la top 5 il 23 gennaio 2003, per poi diventare numero 1 del mondo il 2 febbraio 2004. La prima posizione è stata un po’ casa sua: ben 310 settimane sul trono, solo Novak Djokovic ne ha collezionate di più (373). Quello che è successo nel corso di una carriera lunga 25 anni non c’è nemmeno bisogno di ricordarlo, anzi viene quasi la necessità di dire che non bisogna certo recitargli ora il De Profundis, poiché il 20 volte vincitore di tornei del Grande Slam giocherà ancora un torneo professionistico nel 2022, l’ATP 500 di Basilea, con l’obiettivo di regalarsi, nel 2023, un’ultima – forse – stagione intera nel circuito e un ultimo viaggio in un ranking che, senza di lui, sembra proprio non essere più lo stesso.

Proprio come per Federer, questo crudele giorno è arrivato anche per Dustin Brown, uno dei più amati erbivori dell’epoca moderna, noto ai più per aver eliminato Rafael Nadal al secondo turno di Wimbledon nel 2015: 2-0 per lui il computo dei precedenti con lo spagnolo, dunque uno dei soli cinque tennisti ad aver affrontato il maiorchino almeno due volte e a poter vantare un record positivo, insieme a Novak Djokovic, Nikolay Davydenko, Dominik Hrbaty e Alex Corretja. “20 anni dopo aver ottenuto – ha scritto il giamaicano, a tal proposito, sui propri canali social – il mio primo punto in un Futures in Giamaica, non ho più un ranking in singolare: che viaggio!”.