Karolina Pliskova, eliminata agli ottavi di finale del WTA 500 di Charleston per mano di Ekaterina Alexandrova, ha espresso la necessità di giocare ancora qualche torneo prima di poter ritrovare il suo miglior livello
Karolina Pliskova non ha iniziato il 2022 nella maniera migliore possibile: la tennista ceca, finalista in carica di Wimbledon, si è rotta il braccio cadendo in palestra durante la off-season ed è stata costretta a saltare tutti i tornei Australiani e mediorientali, tornando nel circuito solo ad Indian Wells. Fin qui, comprensibilmente per una tennista della sua struttura fisica, le cose non sono andate bene: dopo aver perso all’esordio a Miami, la numero 7 del mondo ha colto la sua prima vittoria stagionale al WTA 500 di Charleston contro Katarina Zavatska, arrendendosi successivamente ad Ekaterina Alexandrova per 6-3 6-1. La tre volte finalista degli Internazionali BNL d’Italia (campionessa nel 2019) ha, allora, rilasciato un’interessante intervista per WTA Insider, testata con cui ha potuto discutere della sua situazione psicofisica in vista del prosieguo di stagione.
“Mi sento bene moralmente e fisicamente – ha confermato Pliskova –. Devo dire che il polso sta reggendo abbastanza bene e non me l’aspettavo, perché non mi sono potuta allenare come ho sempre fatto nella mia vita. Ho avuto solo un paio di giorni per allenarmi ad alto ritmo prima di volare a Indian Wells. Il servizio è stato il colpo che mi ha creato i maggiori problemi, ma penso che le cose stiano andando abbastanza bene. Voglio guardare solo l’aspetto positivo della vicenda, ossia che sono tornata in grado di giocare dopo mesi di stop. So che non sono la tipologia di giocatrice che può stare cinque mesi a casa e poi vincere immediatamente un torneo. Ho bisogno di un po’ di tempo per riacquistare le sensazioni giuste e per tornare nella miglior forma fisica”.
Presenza stabile nella top ten degli ultimi 7 anni, la ceca non ha però voluto sentir parlare di sfrotuna, nel pieno rispetto di quanto sta accadendo nel mondo in questo periodo storico. “È stato difficile perché non avevo mai avuto infortuni seri prima d’ora. Non ho mai saltato nulla, nemmeno l’allenamento o un torneo, quindi è stato un periodo abbastanza difficile. Ma, fortunatamente, non ho dovuto subire un intervento chirurgico. Non lo vedo affatto come un episodio sfortunato, perché c’è molto di peggio, soprattutto se si dà uno squardo a quello che sta accadendo in Ucraina. Quella è vera sfortuna e spero che tutto possa risolversi al più presto e nella miglior maniera possibile: non voglio più vedere gente che muore”.