Jaume Munar torna a vincere a Lisbona e per il quarto anno consecutivo si impone in un evento Challenger. Dopo aver sfiorato nel 2019 la top 50, il protetto di Rafa riprende la cavalcata per tornare stabilmente nel circuito maggiore
Circuito maggiore toccata e fuga
Protetto ed amico di Rafael Nadal, Jaume Munar è tornato ad imporsi nel circuito Challenger. Per il quarto anno consecutivo l’isolano iberico porta a casa almeno un trofeo nella categoria, segno che il valore assoluto per fare di più non manca. In un 2020 che lo ha visto uscire dai primi cento, Jaume salva la stagione e mette le basi per la ripartenza con il successo a Lisbona. La semifinale di Iasi ed il match del Roland Garros perso al quinto contro Stefanos Tsitsipas, erano stati dei tiepidi segnali che hanno trovato conferma con la vittoria giunta al termine di una settimana conclusa senza cedere un parziale.
Protagonista con una semifinale alle ATP Next Gen Finals 2018, dopo l’anno del primo approccio al circuito maggiore e delle due vittorie Challenger nei 150mila dollari di Caltanissetta e Prostejov: Munar si è lanciato a ridosso della top 50 nella stagione successiva. Ad inizio 2019 i quarti di finale di Cordoba, Buenos Aires e Rio de Janeiro incoraggiano, tant’è che al ritorno in Europa il ragazzo si pone l’obiettivo di chiudere l’annata nei primi quaranta. La scadenza dei punti sul rosso però cambia i piani di Jaume che accusa una battuta d’arresto e precipita fuori dai primi cento a pochi mesi dal raggiungimento del best ranking alla 52° posizione mondiale. Il sigillo Challenger di Montevideo a fine anno permette di rifiatare, ma nei mesi pre lockdown del 2020 manca continuità di risultati e prima della serrata arriva il nuovo addio alla top 100.
I consigli di Nadal prima della finale a Lisbona
Tornare in alto però non deve essere un’ossessione, 23 anni sulla carta d’identità non sono tanti e con la pandemia in atto di fatto Munar ha potuto disputare una sola stagione piena tra i grandi del circuito. A suo favore giocherà anche l’esperienza di Tomeu Salvá Vidal, coach dell’accademia e grande amico di Nadal. “Tomeu è uno dei migliori amici di Rafa e per forza di cose passo molto tempo con loro dentro e fuori dal campo. Per me è un privilegio, anche quando non giochiamo Nadal ha sempre qualcosa da dire”. Jaume parla del connazionale che nel 2015 gli permise di fare la sua seconda esperienza a livello ATP favorendo l’ottenimento di una wild card ad Amburgo. Dopo una vittoria per ritiro al primo turno, l’allievo della Rafa Nadal Academy forzò Simone Bolelli al terzo set nel round successivo. Le strade dei due poi si incrociarono anche in doppio dove il bolognese e Fognini ebbero la meglio sul duo formato da Nadal e dall’allora ragazzino.
Il venti volte campione slam segue molto più di quel che si possa credere l’attività del classe 97 nato a soli 30 km di distanza da Mancor, tant’è che gli ha scritto poco prima della recente finale in Portogallo: “Prima del match contro Sousa ho parlato con lui. Mi ha detto di stare calmo, giocare come so e continuare sulla strada intrapresa per tutta la settimana”. Ha raccontato Munar al sito dell’ATP commentando poi la sua vittoria nell’atto conclusivo disputato contro il beniamino di casa: “È stata una settimana molto buona, ma è già da diverso tempo che sento di giocare bene. Specialmente quando mi sento libero riesco ad esprimermi ad alto livello – l’analisi di Jaume – Sono contento del titolo e delle sensazioni raccolte”. Ha chiosato l’atleta spagnolo che prima di rimettersi in viaggio, destinazione Istanbul, ha fatto un plauso agli organizzatori che rendono possibile lo svolgimento dei tornei in un periodo complicato.