Le parole dell’ultimo coach dello svizzero a Sky Sport.
Il ritiro di Roger Federer, seppur preventivabile in quanto assente da un anno e mezzo, ha rappresentato uno shock per il mondo tennistico e, più in generale, per il mondo sportivo. Tra i pochi “non sorpresi” dall’annuncio, c’è il suo ultimo coach, nonché ex numero 3 al mondo, Ivan Ljubicic, che a Sky Sport ha raccontato come è maturata la decisione della leggenda elvetica: “Innanzitutto – ha esordito il croato – non bisogna essere tristi, dobbiamo festeggiare la sua carriera. Poi vi dico che Roger ha cercato di fare di tutto per poter tornare competitivo ma semplicemente il suo corpo gli sta dicendo che è il momento di smettere perché altrimenti sarebbe ancora in campo. Lui non ha mai cercato una ragione per dire addio al tennis, vorrebbe giocare ancora oggi. Forse questo ancora non si è capito“.
Poi Ljubo, come tanti in queste ore, ha omaggiato il suo ormai ex allievo: “Roger è detentore di numeri spaventosi, in primis mi viene in mente che per 19 anni di fila ha vinto il titolo di giocatore più amato ma, soprattutto, ha portato il tennis su un altro livello. Ha cambiato il gioco e tutti gli altri, me compreso, lo hanno inseguito e hanno dovuto migliorare per stargli dietro. Lui ha rotto il ghiaccio, gli altri sono arrivati dopo e come è normale per certi versi lo hanno anche superato“.
Sull’eredità che Federer lascia al tennis, invece, l’ex top five si è così espresso: “Federer è stato il primo a dominare per 52 settimane l’anno. Prima di lui c’erano stati Borg, McEnroe, Sampras, Agassi, per carità, ma lui è stato il primo a far vedere a tutti che si può vincere sempre. Ha fatto 17 finali in 18 Slam di fila, ha avuto una continuità incredibile. Questo ha portato nel tennis, oltre alla bellezza del suo gioco ed è questo ciò lascia. Non a caso, Alcaraz, che è numero 1, gioca un tennis spettacolare e bello da vedere. La differenza fra Roger e gli altri – ha aggiunto ancora il nativo di Banja Luka – sarà il fatto che Roger non lascerà mai del tutto il tennis come ha scritto nel suo messaggio, perché sente di dovere ancora tanto a questo sport”.
Infine, da coach, Ivan ha svelato quale match di Roger gli è rimasto sul groppone in modo particolare: “La finale di Wimbledon 2019 è indigeribile ancora oggi ma sono stato ripagato dalla vittoria con Nadal in Australia, che è stata una gioia indescrivibile mai provata. Per me è stata la partita più storica di sempre, ovviamente sono di parte, ma c’era una pressione incredibile, entrambi hanno accettato il ruolo di giocare la partita più importante della storia del tennis. I due prima della partita non si sono nascosti a tal proposito. Inoltre – ha detto ancora – credo che anche il resto della sua stagione 2017 sia stata impressionante però, in generale, queste due partite hanno segnato la mia carriera con Roger. Un’altra forse è la semifinale di Wimbledon contro Nadal, sempre nel 2019. Lui era teso, abbiamo dovuto lavorare per convincerlo di poter vincere perché in quel momento sentiva di essere inferiore. Abbiamo dovuto tirarlo su. Dopo quella semifinale ho pianto, poi quella partita verrà dimenticata per ciò che è accaduto due giorni dopo ma per me – ha concluso – fu molto emozionante“.