Scatta il Miami Open, il primo Masters 1000 dal 2004 senza Federer, Nadal e Djokovic. Anni fa era un considerato un quinto Slam, poi ha perso appeal. Con il passaggio all’Hard Rock Stadium tenta di risollevarsi. Quest’anno è nel mirino di ben 11 italiani
Da quinto Slam a torneo snobbato dai big
Il primo Masters 1000 dal lontano 2004 senza nemmeno uno fra Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. E nemmeno Dominic Thiem. Al Miami Open preferiscono concentrarsi sugli aspetti positivi, ma il biglietto da visita del secondo grande torneo stagionale è da mettersi le mani nei capelli, a maggior ragione dopo la cancellazione dell’edizione 2020. In Florida puntavano al rilancio, invece devono fare i conti con l’assenza di 4 dei primi 6 giocatori del ranking ATP (più Serena Williams nel femminile), che hanno tutti preferito rinunciare alla trasferta negli Stati Uniti.
Ufficialmente, i motivi sono diversi per ognuno: Djokovic ha rinunciato per dedicare tempo alla famiglia, Nadal perché sta ancora facendo i conti con i problemi alla schiena accusati a Melbourne, Federer perché è appena rientrato e non vuole calcare la mano, mentre Thiem sta giocando male e ha bisogno di fermarsi per riorganizzare le idee in vista della stagione sul rosso. Qualche loro collega malizioso ipotizza che sotto ci sia di più, come una correlazione fra i forfait e il drastico calo di montepremi, ma è dura provarlo. È certo, invece, che a Miami paghino a caro prezzo il rinvio di Indian Wells. Volare in America per due Masters 1000 aveva senso, per uno solo ne ha meno, quindi in molti hanno preferito prendersi qualche giorno in più per preparare i tornei sulla terra.
Nel 2021 niente centrale
In sintesi, l’evento non ha alcuna colpa, ma a pagare le conseguenze delle rinunce illustri sono comunque loro, costretti ad aggiungere un’altra edizione sfortunata alla collezione. Negli Anni ’80 e ’90 il Miami Open era davvero una sorta di quinto Slam, poi la crescita degli altri tornei (Indian Wells su tutti) e i problemi strutturali del vecchio impianto di Crandon Park l’hanno visto perdere posizioni su posizioni, fino a diventare un torneo come tanti altri pur conservando il tabellone allargato a 96 partecipanti e una durata superiore. La scelta di trasferire il torneo all’Hard Rock Stadium, figlia dell’impossibilità – dovuta a vincoli architettonici e paesaggistici – di ampliare la sede nella penisola di Key Biscayne, pareva la svolta tanto attesa, grazie alla creazione di una sorta di cittadella del tennis costruita ad hoc per il torneo, all’arrivo di nuovi investitori privati e al fascino di un Centrale ricavato all’interno dello stadio dei Miami Doplhins. L’ex top-5 James Blake è salito in sella per diventare l’uomo della rinascita, invece dopo la sola edizione inaugurale del 2019 il suo torneo è stato fra le prime vittime del Covid lo scorso anno, e andrà incontro ad altre enormi difficoltà dodici mesi più tardi. Sia per i forfait dei giganti, sia per la presenza di pubblico limitata ad appena 750 ingressi quotidiani. Da lì la scelta di non allestire il Centrale nello stadio, ma di utilizzare come impianto principale il vicino Grandstand, il più grande fra i 19 campi permanenti.
La chance di Medvedev
L’assenza dei Fab Three può rappresentare un assaggio di futuro: il pubblico si augura di vederli in azione ancora a lungo, ma ogni anno che passa il tennis è sempre più vicino a rimanere senza di loro. Dunque, qualche piccola occasione è utile ad abituarsi, provando a individuare alcuni motivi di interesse anche senza il loro cognome del tabellone. Il principale può essere la prima uscita da numero 2 del mondo – e da testa di serie numero uno in un Masters 1000 – di Daniil Medvedev, che ha una chance enorme per rosicchiare altri punti a Novak Djokovic. Il russo ne deve difendere appena 90, ce ne sono in palio 1.000 e il rivale diretto è rimasto a casa: l’occasione è di quelle ghiotte. Secondo la classifica, i suoi principali avversari sono Stefanos Tsitsipas (che ha rischiato sul serio di infortunarsi al polso tentando una inutile volèe in tuffo in allenamento), e Alexander Zverev, reduci dalla finale ad Acapulco. L’ha vinta Zverev, tornando a conquistare un successo di un certo spessore dopo oltre due anni, visto che fra 2019 e 2020 aveva messo in bacheca solamente tre ATP 250. Buon segno. Fra i più accreditati, naturalmente, anche mister ATP 500 Andrey Rublev, che però nei Masters 1000 ha un rendimento tutt’altro che brillante. In 27 partecipazioni il russo ha raggiunto uno sola volta i quarti, nel 2019 a Cincinnati. È il momento di fare di più, e un torneo senza tante stelle può essere l’occasione ideale.
11 azzurri in gara, tra cui nove nel maschile
Non ci sarà, invece, Andy Murray, che continua a ribadire di sentirsi ancora nella condizione per giocarsela con i primissimi, e aveva ricevuto una wild card. Tuttavia, a tabellone compilato lo scozzese (due volte campione in Florida) ha dato forfait, a causa di un fastidio all’inguine. La buona notizia è che l’anca operata non c’entra, ma le difficoltà per il 33enne di Dunblane continuano a susseguirsi. Perso Murray, i britannici potranno concentrarsi sull’esordio nel circuito maggiore del giovane Jack Draper, classe 2001 e figlio di Roger, per parecchi anni amministratore delegato della LTA. Al debutto in un Masters 1000 anche il baby spagnolo Carlos Alcaraz, atteso da un duello intrigante con Emil Ruusuvuori, mentre gli occhi degli appassionati italiani saranno soprattutto per Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, recenti protagonisti a Dubai e Acapulco. L’ultima volta che si sono trovati insieme in un Masters 1000, lo scorso anno agli Internazionali d’Italia, i nostri due teenager terribili hanno fatto faville.
In gara a Miami anche Fabio Fognini (protagonista nel 2017 con la semifinale), Lorenzo Sonego, Salvatore Caruso e Stefano Travaglia di diritto in tabellone, a cui si sono aggiunti Paolo Lorenzo e Thomas Fabbiano qualificati e Federico Gaio come lucky loser, mentre Matteo Berrettini si è unito all’elenco dei top-10 assenti, sempre a causa del problema addominale accusato in Australia. Tuttavia, il numero uno azzurro è comunque a Miami e si sta allenando con i colleghi. Segno che il peggio è alle spalle, e suo il ritorno nel Tour è ormai imminente.
Tra le donne, Elisabetta Cocciaretto raggiunge in tabellone Camila Giorgi.