Il main draw dell’Australian Open, con l‘Italia rappresentata da sei uomini e sei donne, conferma che oggi in termini di quantità i nostri movimenti si equivalgono. E le ragazze, pur non avendo il potenziale dei Big Three azzurri, hanno comunque ripreso a fare la loro parte. Uno sguardo alle possibilità di tutti a Melbourne

Cocciaretto punta in alto, sorpresa Stefanini

Il nuovo best ranking di Lorenzo Musetti, salito al numero 19 della classifica mondiale, ha fatto sì che per la prima volta nella storia l’Italia si trovi con tre top-20 ATP, proprio alla vigilia dell’Australian Open. Un risultato storico, figlio di una generazione di talenti come non se ne vedevano da una vita, che però – finalmente – va di pari passo con una crescita del nostro movimento femminile, tangibile proprio nei tabelloni principali dell’appuntamento di Melbourne. Per il terzo Slam consecutivo l’Italia si presenta con lo stesso numero di uomini e donne: erano cinque fino a mercoledì, poi Mattia Bellucci ha portato gli uomini a sei superando le qualificazioni, ma di lì a poco gli ha risposto Lucrezia Stefanini, che come lui debutterà nel main draw di un Major. Vuol dire che, anche se in termini di qualità non c’è paragone, oggi in termini di quantità i nostri movimenti si equivalgono. Lo conferma la classifica: fra i top-100 abbiamo sei uomini e cinque donne, ma basta allargare il raggio di qualche posizione (fino alla n.104 di Sara Errani) per trovare un’altra parità. E anche le donne, pur non avendo il potenziale di Sinner, Berrettini o Musetti, si difendono. La numero uno azzurra Martina Trevisan è pur sempre una semifinalista Slam, è a ridosso delle prime 20 del mondo e solo la scorsa settimana ha vinto una gran partita contro una top-10 (Maria Sakkari), firmando un punto determinante per la qualificazione azzurra alla finale della United Cup. A Melbourne ha vinto un solo match in tre anni, ma può fare almeno il bis: il sorteggio l’ha accoppiata alla qualificata Anna Karolina Schmiedlova.

La protagonista di questa settimana, invece, è Elisabetta Cocciaretto, la più giovane (e futuribile) del gruppo con i suoi quasi 22 anni. Nella notte fra giovedì e venerdì la marchigiana giocherà a Hobart la sua seconda semifinale in carriera nel circuito maggiore, agguantata annullando due match-point alla statunitense Pera, e punta a raggiungere la prima finale, che le darebbe anche un posto fra le top-50. L’urna dell’Australian Open non le ha detto benissimo, visto che la obbligherà a sfidare una recente campionessa Slam come la kazaka Elena Rybakina, vincitrice dell’ultime edizione di Wimbledon, ma la fiducia raccolta in Tasmania può darle una mano. Nella top-50 c’è invece già Lucia Bronzetti, fresca in best ranking. A piccoli passi, senza dare troppo nell’occhio, la riminese di base ad Anzio si sta migliorando in continuazione da due anni abbondanti. È arrivata nel circuito maggiore, ha dimostrato di saperci stare e quest’anno proverà ad andare ancora più su. Intanto, è stata lei a firmare il punto che ha dato all’Italia la finale di United Cup, vincendo tre match su cinque nella competizione. La sua crescita passerà anche da un miglioramento negli Slam: nel 2022 ha superato un turno solo a Melbourne, traguardo che ha tutte le carte in regola per eguagliare nella sfida con la tedesca Laura Siegemund. Fra le protagoniste della rinascita azzurra al femminile anche Jasmine Paolini, che a Melbourne sarà chiamata all’impresa contro Liudmila Samsonova, mentre negli ultimi tempi è un po’ sparita dai radar Camila Giorgi, scivolata al numero 69 del mondo (e 5 d’Italia) e alle prese con un’indagine su una presunta falsificazione dei certificati vaccinali. È volata comunque in Australia, dove se la vedrà con Anastasia Pavlyuchenkova.

In questo Australian Open il nome nuovo al femminile è quello di Lucrezia Stefanini, 24enne toscana di Prato che gioca dritto e rovescio a due mani in stile Marion Bartoli, e al sesto tentativo è riuscita per la prima volta a superare le qualificazioni in un torneo del Grande Slam. Vuol dire che si è già garantita una cinquantina di punti WTA (e il nuovo best ranking: dal numero 141 salirà una decina di posti) e anche 106.000 dollari australiani, l’equivalente di circa 68.000 euro. Ma può puntare a di più: contro la veterana tedesca Tatiana Maria non parte favorita, però può giocarsela.

Le ambizioni di Berrettini, Sinner e Musetti

Se comunque nel femminile non ci sono particolari aspettative nei confronti delle azzurre, il discorso si ribalta guardando agli uomini, con tre italiani fra le teste di serie che partono con ambizioni di un certo livello. Matteo Berrettini, reduce da un’ottima United Cup che l’ha visto battere due dei suoi competitor (Ruud e Hurkacz) e lottare alla pari con altri due (Tsitsipas e Fritz), nelle ultime due edizioni dell’Happy Slam è sempre arrivato alla seconda settimana, raggiungendo prima gli ottavi e poi la semifinale. Eppure, i bookmakers gli preferiscono Jannik Sinner, forse perché l’urna ha accoppiato il romano a Andy Murray, uno che di Australian Open non ha nulla da imparare da nessuno visto che sulla Rod Laver Arena ci ha giocato cinque finali. Le ha perse tutte, più per meriti degli avversari che per colpe sue, ma anche se il nome fa un certo effetto – a maggiore ragione in uno Slam – lo scozzese non è più il giocatore che arrivava al numero 1 e nemmeno un suo parente. Sa ancora giocare sprazzi di grande tennis, ma non ha la continuità e la tenuta fisica per fare davvero paura. Matteo lo sa, ci ha vinto le ultime tre sfide (compresa quella del 2022 allo Us Open) e sarà favorito per un ipotetico secondo turno contro Fognini. Ma Fabio dovrà prima arrivarci e l’accoppiamento con Thanasi Kokkinakis, in Australia, non è dei migliori. Il potenziale avversario di terzo turno sarebbe Bautista-Agut, mentre gli ottavi ci sarebbe Ruud e nei quarti uno Zverev ancora non al 100% oppure Fritz. Insomma, poteva andare peggio.

Per ora, tuttavia, l’attenzione degli appassionati è puntata sul potenziale derby Sinner-Musetti al terzo turno, che metterebbe in palio un posto nella seconda settimana e la probabile sfida con Stefanos Tsitsipas. Jannik sfida prima Kyle Edmund e quindi uno fra Barrere ed Etcheverry, mentre per Lorenzo ci sarà Lloyd Harris e poi Coria o Fucsovics. Vuol dire che le premesse per un terzo round caldissimo fra le nostre due grandi promesse ci sono tutte, e sarebbe anzi una delusione se uno dei due mancasse l’appuntamento. In termini di sorteggio non è andata male nemmeno a Lorenzo Sonego, che sarà favorito contro il portoghese Nuno Borges e in caso di successo se la vedrebbe probabilmente con Hubert Hurkacz, battuto 3 volte su 4 a livello ATP, compresa l’ultima lo scorso settembre. Il nome di Denis Shapovalov come potenziale avversario al terzo turno non può non richiamare alla mente la loro recente sfida nelle Davis Cup Finals, ma è ancora presto per guardare così lontano. Completa l’elenco degli azzurri Mattia Bellucci, classe 2001 da Castellanza (Varese), che al debutto assoluto in un torneo del Grande Slam ha superato le qualificazioni, mostrando carattere e pure un gran bel tennis mancino. La sua crescita è stata dirompente: dodici mesi fa era numero 681 al mondo, oggi (da numero 153) gioca nel tabellone principale di uno Slam. Un modo per dire che sì, contro il francese Benjamin Bonzi recente finalista a Pune e fresco di ingresso nei primi 50 sarà dura, ma meglio non darlo per spacciato.