INTERVISTA – IL Tennis Italiano ha incontrato Horacio de la Peña, ex giocatore e coach che a Milano ha assistito alle gesta dei connazionali Juan Manuel Cerundolo e Sebastian Baez
“Cerundolo e Baez? Tra tre anni li immagino protagonisti a Roma e Parigi”
Ex numero 31 del mondo, coach tra i tanti di Fernando Gonzales ed oggi direttore del circuito Dove Men+Care Legion Sudamericana. Horacio de la Peña ha seguito dagli spalti le prime giornate delle Next Gen ATP Finals. L’ex tennista di Buenos Aires ha guardato con un occhio di riguardo Juan Manuel Cerundolo e Sebastian Baez, con i quali ha anche condiviso alcune sessioni di allenamento, lavorando in appoggio ai rispettivi coach Andres Dellatorre e Sebastian Gutierrez. Raggiunto a Milano da IL Tennis Italiano, Horacio ha raccontato l’ascesa dei due connazionali: “I ragazzi argentini questa settimana hanno dimostrato di avere il livello per stare qui. Cerundolo non gioca sul cemento da un anno e non so neanche se abbia mai giocato indoor. Considerando questa premessa è indiscutibile che Juan Manuel abbia fatto bene, ha vinto un set contro tutti e ha iniziato a capire come funziona – evidenzia Horacio, che ha affiancato il team Cerundolo prima della sfida contro Carlos Alcaraz -. Adesso lui dovrà allenarsi sul veloce e dovrà adattare il suo tennis per essere competitivo, ma dalla sua parte ha un paio di caratteristiche: la visione del gioco e la lettura delle posizioni sul campo. Tra un paio d’anni sarà difficile per tutti batterlo”.
Con sole due partite all’attivo nel circuito maggiore, chi ha lasciato il segno è Sebastian Baez. L’inattesa vittoria nel match d’esordio contro Musetti è valsa il credito dell’Allianz Cloud, che lo ha genuinamente applaudito a fine match. “Sebastian è già un po’ più forte di Juan Manuel e su questa superficie è più competitivo. Contro Musetti ha capito di avere una chance e l’ha subito colta approfittando della partenza nervosa di Lorenzo – spiega Horacio, che rimarca anche la bontà del match giocato contro Sebastian Korda – Baez ha abbastanza forza nei colpi quindi si sente a suo agio e anche il match contro Korda lo ha confermato. Naturalmente entrambi potranno prendersi le soddisfazioni maggiori sul rosso: tra due-tre anni li immagino entrambi protagonisti di tornei importanti come Montecarlo. Roma e Roland Garros”.
“La novità sul coaching è meravigliosa: deve essere introdotta”
Tra i tanti giocatori passati sotto la sua ala, de la Peña vanta le esperienze con Fernando Gonzalez, Guillermo Coria e José Acasuso. Proprio per questo motivo gli è impossibile restare indifferente riguardo le novità sul coaching: “La regola introdotta questa settimana è meravigliosa. Non ho mai capito perché agli allenatori non sia concesso partecipare ed aiutare i giocatori. Noi soffriamo e passiamo tutto l’anno con loro, non vedo perché non ci debba essere permesso dare indicazioni come succede in tutti gli altri sport. Non è giusto per noi e non lo è per loro che sono in campo”. Positivo a sua volta il responso sulla rassegna, a misura di spettatore: “Il format della Next Gen ATP Finals è perfetto per un torneo che non dà punti per il ranking. Ci sono i migliori under 21 del mondo, bisogna fare spettacolo e la riuscita dell’evento è ottima – sottolinea con entusiasmo Horacio, che tra i partecipanti ha individuato alcuni potenziali protagonisti del tour -. Alcaraz, Korda e Rune giocano già ad un livello altissimo e gradualmente si avvicineranno ai migliori. In futuro non solo giocheranno bene ma potranno andare in fondo nei tornei importanti e quando dico che andranno in fondo parlo di semifinali e finali”.
L’intuizione del Dove Men+Care Tour: una scommessa vinta
Nella stagione che si dirige alla conclusione, de la Peña ha realizzato un grande progetto da lui ideato: il circuito Dove Men+Care. “Quello che abbiamo fatto è incredibile perché specialmente dopo il lockdown in America del Sud c’erano pochi tornei e per i nostri giocatori è stato un problema – nasce qui l’intuizione che ha portato alla creazione di un circuito che comprende eventi Challenger ed ITF – In sette mesi abbiamo raggiunto splendidi risultati e siamo tutti molto contenti. Tanti ragazzi sudamericani hanno migliorato il loro tennis ed il loro ranking nonostante il problema delle classifiche protette. Se tutto questo è accaduto in meno di un anno, non vedo l’ora di vedere cosa succederà tra tre-quattro stagioni: i nostri atleti cresceranno moltissimo”. La fiducia di Horacio che tra i tanti giocatori visti quest’anno consiglia di seguire Juan Pablo Varillas, Tomas Barrios Vera, Alejandro Tabilo e Thiago Tirante; oltre al rientrante Nicolas Jarry.
La chiacchierata si è poi conclusa con un pensiero sul futuro del circuito: “Il livello medio è altissimo ed è destinato ad alzarsi ulteriormente, quindi non resteremo a mani vuote. Al top però nessuno di questi ragazzi avrà mai la testa dei big three, non vedo niente di simile all’orizzonte. Tsitsipas, Zverev e Thiem non hanno questo tipo di capacità, si è intravisto qualcosa con Medvedev che sul cemento esprime quel genere di combinazione tra tennis e forza mentale. Al momento però lo fa solo su quella superficie”. Conclude de la Peña.