L’intervista esclusiva ad Antoine Hoang, tennista transalpino che con il rientro in campo va a caccia del ritorno in top 100
Il transalpino Antoine Hoang è rientrato nel circuito con il piede giusto. Quello che fino a poche settimane fa è stato uno dei portacolori di Selva Alta nel campionato di Serie A1, ha superato in sequenza Hugo Grenier e Mario Vilella Martinez, approdando così ai quarti di finale degli Internazionali di Tennis Città di Todi. “Sono molto contento di essere tornato a giocare un torneo ufficiale, in campo mi sento bene e l’obiettivo di questa settimana è quello di giocare il maggior numero di partite possibile”. Ha commentato ai microfoni de Il Tennis Italiano il francese che in sede di quarti di finale attende il vincente del derby azzurro tra Federico Gaio ed Alessandro Giannessi.
“In Italia mi trovo benissimo, mi piacciono gli italiani ed il loro stile di vita. Da qualche anno gioco il campionato di Serie A1 con Selva Alta a Vigevano, ho un bel rapporto con tutti e nel 2019 abbiamo anche vinto lo scudetto – Antoine svela con piacere la sua simpatia per il nostro paese elogiando anche il lavoro fatto da MEF Tennis Events a Todi – Il circolo è molto bello e tutta l’organizzazione sta lavorando duro per garantire un bel torneo. Qui in Italia sto sempre bene e vengo davvero volentieri ogni volta”. Tornando al campo invece Hoang non può che evidenziare la differenza tra le esibizioni giocate in estate ed i match disputati in Umbria questa settimana: “Le esibizioni non saranno mai sullo stesso piano dei tornei veri perché quando una partita è amichevole sai che non conta per la classifica e giochi rilassato. Il vero banco di prova prima della ripresa è stata l’A1 perché con Selva Alta sapevo di non giocare esclusivamente per me stesso quindi ho dato il massimo per tutta la squadra – spiega l’atleta d’oltralpe – Però alla fine nei Challenger è tutto diverso, si sente la pressione del dover giocare per la classifica e questo si riflette sia su me stesso che sugli avversari. Ma non è un problema, anzi sono felicissimo di essere tornato a giocare partite ufficiali”.
Classe 1995, Hoang fa parte della generazione chiamata a prendere il testimone di Monfils, Simon, Tsonga e Gasquet. I quattro moschettieri lasciano un’eredità importante, ma il movimento transalpino sembra preparato a reggere l’urto: “Non siamo impreparati per il futuro, abbiamo dei giocatori che promettono bene. I più lanciati al momento sono Humbert e Moutet, ma anche guardando ai giovanissimi possiamo contare su Hugo Gaston oltre che su Mayot e Cazaux che quest’anno sono affrontati nella finale dell’Australian Open Junior”. Da questo elenco naturalmente non va tagliato fuori lo stesso Hoang, attuale numero 136 del mondo e già top 100 nella scorsa stagione dove tocco la posizione numero 98: “Adesso non sono così lontano dai primi 100. Challenger o circuito maggiore ora non importa, devo fare ogni settimana risultati importanti e non devo lasciarmi sfuggire nessuna chance – sottolinea Antoine che a proposito di chance, coltiva ancora la speranza di andare a New York per lo US Open 2020 – Al momento sono fuori di sette posizioni, quindi devo ancora aspettare. Se nei prossimi giorni dovessi scalare ulteriormente la graduatoria verso il main draw, potrei andare negli Stati Uniti, ma al momento è tutto in stand-by”. Conclude il tennista che in attesa di novità ha in programma di giocare il Challenger di Aix En Provence ed il Roland Garros dove lo scorso anno si è spinto al terzo turno battendo Dzumhur e Verdasco.