Il primo turno degli Internazionali Under 18 “Città di Santa Croce” vede quattro italiani vincenti: Lorenzo Carboni, Federico Bondioli, Niccolò Ciaravella e Daniele Minighini
La loro è la “generazione 4.0” azzurra. Sono i migliori tennisti italiani under 18, impegnati in massa all’esordio nel Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa): ben dieci di loro, infatti, scesi in campo al Cerri per una giornata dalle forti tinte tricolori. Il bilancio finale è in chiaroscuro: quattro vittorie e sei sconfitte, con un “cappotto” subìto dal settore femminile in virtù delle eliminazioni di Anna Paradisi, Francesca Pace e Gaia Parravicini.
“Non dobbiamo avere fretta con i nostri ragazzi – commenta Giancarlo Palumbo, responsabile del settore tecnico Under 18 della Federazione Italiana Tennis –: alcuni di loro sono “progetti” in fase di start up, come nel caso di Carboni (2006) e Cinà (2007), non giudicabili dalla vittoria o dalla sconfitta di una singola giornata. La loro giovanissima età e una struttura fisica ancora da formare ci portano a guardarli in prospettiva con grande fiducia, dal momento che sono dotati di potenzialità importanti”. È proprio Lorenzo Carboni l’autore del successo più bello del primo turno, a segno con il punteggio di 7-5 al terzo sul namibiano Connor Van Schalkwyk, numero 58 al mondo tra gli Under 18: il sardo, campione nazionale under 16 e allievo di Riccardo Piatti, ha mostrato doti di vero combattente, recuperando un match che, per più volte, è sembrato perso. Con lui superano il primo turno Federico Bondioli, Niccolò Ciavarella e Daniele Minighini: molto bravo il laziale a recuperare un set di svantaggio contro il giapponese Jones, aumentando il ritmo di gioco fino al 6-7 6-3 6-2 conclusivo.
Niente da fare invece per il siciliano Federico Cinà, ma nel suo caso i quattordici anni da poco compiuti sono un grosso ostacolo di fronte ad avversari più grandi, e la sconfitta subita dallo statunitense Aidan Kim (6-0 6-4) non offusca una buona prestazione, soprattutto nel secondo set. “Il nostro obiettivo – prosegue nell’analisi Palumbo – è di portare il numero più alto possibile di Under 18 alle porte del professionismo, al fine di creare un serbatoio di atleti di livello internazionale che non si esaurisca mai. È ovvio che gli appassionati e gli addetti ai lavori guardino all’exploit di Sinner, e sognino tanti Sinner, ma il nostro compito è un altro: creare una base solida, rispettando i tempi di crescita ogni atleta. Da lì, solo chi avrà mezzi, talento e capacità potrà ambire ai vertici delle classifiche mondiali”.
Il lavoro che attende i talenti azzurri è probante. È facile rimanere abbagliati dalle scalate dei vari Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli, tutti e tre protagonisti a Santa Croce sull’Arno nel 2018 in un’edizione, con il senno di poi, straordinaria (Musetti ottenne il risultato migliore, giungendo nei quarti di finale). Il paragone che viene da fare tra loro e la generazione successiva è ingeneroso, ma inevitabile. Toccherà agli attuali “under” italiani scoprire, con tanta dedizione e voglia di arrivare, chi potrà ambire a diventare un campione del domani.