Le parole dell’azzurro dopo la sconfitta con Ruud ai quarti di finale

Non è facile da metabolizzare in pochi minuti una sconfitta al tie-break del terzo set dopo tre ore di partita, a maggior ragione se arrivata nei quarti di finale del torneo di casa. Matteo Berrettini appare ovviamente rammaricato in conferenza stampa dopo la sconfitta con Casper Ruud nei quarti di finale degli Internazionali BNL d’Italia 2020, ma cerca di analizzare con lucidità la sfida del Pietrangeli:Dopo il primo set ho abbassato un po’ l’intensità – esordisce -. Mi sentivo un po’ diverso, ho provato a stare lì ma in questo sport ogni cosa si paga. Nel terzo set sono stato bravo a reagire e a crearmi le chance per vincerla, purtroppo è andata male“.

“A un certo punto mi sono detto che mi sentivo moscio, poco adrenalinico – ha aggiunto il classe 1996 -. Non era una questione fisica, solo mentale. Quando hai tante partite alle spalle riesci a gestirla meglio, quando sono le prime volte è difficile. Sono stato comunque molto bravo a reagire e ad affrontare tutti i punti con l’adrenalina che piace a me. L’unica cosa è che purtroppo ho perso. Con il pubblico sarebbe stato sicuramente diverso, ci sarebbe stata più energia sicuramente. Non sono felice per il torneo, ma sono fiero di me stesso perché venivo dal cemento e ho giocato tre partite buone in cui ho dimostrato di sapermi adattare rapidamente alla terra. Sono tutte cose nuove per me, è diverso arrivare qua da top 10. Non do per scontato fare i quarti qui, ma un po’ di amarezza c’è”.

Qualche parola anche su Ruud, il quale oggi si è confermato ancora una volta un gran giocatore su terra: “Lui è un giocatore simile a me per alcune caratteristiche. La cosa che mi dà fastidio è che mi fa muovere e che col dritto fa veramente male. Se rigiocherei un punto? Probabilmente una volee a inizio terzo set e quel punto sul 5-3 al tie-break“.

Berrettini non cerca scuse o polemiche, ma incalzato sulla decisione di mettere la partita sul Pietrangeli risponde: Ho sempre giocato sul centrale quindi ero un po’ più abituato, e il Pietrangeli secondo me è in condizioni un po’ più brutte, ma non mi piace trovare alibi. Mi sarebbe piaciuto giocare sul centrale però“.

Mi rende orgoglioso e contento di essere quello che sta trainando gli altri giovani, perché fino a qualche anno fa ero io che guardavo gli altri – conclude Matteo -. Sinner e Musetti? Non so chi diventerà più forte, anche se ora Jannik è più avanti perché ha un anno in più. Hanno due stili diversi, però sono entrambi talentuosi per motivi diversi. Facciamoli crescere con calma e vediamo dove arriveranno”.