Rafael Nadal ha appena vinto il suo quattordicesimo Roland Garros, dimostrando una caparbietà e una passione che lo hanno spinto oltre i limiti del tempo

Si, si può! Rafael Nadal, giocatore infinito cresciuto a pane e tennis senza sprecare briciole, sembra esserne certo: tutto torna, tutto si ripete e l’età non è che un numero. Una certezza derivata da una storia meravigliosa punteggiata di battaglie, più vinte che perse, strizzate fino all’ultima goccia e degne di un eroe tutto scappa e spada che riflette nella lotta estrema tutta la fierezza del suo operato. Tra le righe del grande Chatrier, Rafael Nadal, ha scritto oggi l’ennesimo straordinario capolavoro divenendo, anche per i più scettici, un manifesto in carne e ossa di voluttà e resilienza, un’immagine che a mirarla e rimirarla non finisce di sorprendere vecchie e nuove generazioni.

Dal suo bel giardino in Bois de Boulogne, anche stavolta lo spagnolo ci ha rapiti in una galleria di colpi giocati con l’esperienza del grande campione e il disincanto di un bimbo ai primi tiri. Un atleta capace di esorcizzare gli acciacchi roteando con loro in un vorticoso giro di valzer fino ad azzerarne gli effetti malefici e rimandarli tutti a fine partita. La vittoria appena affidata alle cronache, va oltre ogni possibile numero giacché, più che una grandissima finale, è l’ inno a uno sport sentimentale che non distingue più tra fatica e passione regalando prestazioni maiuscole anche allo scoccare delle trentasei primavere.

Poco importa se oltre la rete ci fosse oggi un esponente della new age lanciato verso grandi traguardi. Scandito l’inizio delle ostilità, l’eroe di Manacor si è chiuso nella sua magica bolla liberandosi, di lì a poco, in un trance agonistico che ha tritato punti su punti fino al compimento della titanica impresa. Ora la gloria! Quella che spetta a chi iscrive per 22 volte il proprio nome negli annali dei major e a chi sa elevarsi a grande esempio di umile caparbietà. La stessa gloria che sulla base dei risultati si riserva giustamente a chi scrive pagine indelebili non soltanto di sport ma anche di arte, scienza e altro ancora.