Persino Amleto, principe dubbioso per eccellenza, sarebbe fiero del suo concittadino. Che insieme con altri ventenni guida una rivoluzione tecnica importante
Dunque non c’è solo del marcio in Danimarca! Stando ai fatti, un Amleto dei giorni nostri avrebbe avuto anche di che gioire, alla notizia che tra le vie di Copenhagen avesse visto la luce certo Holger Vitus Nodskov Rune, agguerrito teenager che del mondo racchettaro avrebbe fatto terra di conquista.
Non c’è più Amleto, ma fedele all’orgoglio vikingo, l’eroico suddito si è fatto avanti a fronte alta giungendo a ridosso dei primi dieci con benzina sufficiente a primeggiare in un futuro già iniziato. Non pago dei titoli di Monaco e Stoccolma, l’eroe nordico si è concesso in questo 2022 anche due finali perse di misura, e in declino di stagione si è proposto a Parigi-Bercy per questo tête-a-tête vittorioso contro un Djokovic quasi al massimo. Un epilogo guadagnato dopo aver eliminato gentaccia come Hurkacz, Rublev, Alcaraz e Aliassime.
A inorgoglire oltremodo il principe danese sarebbe stata la certezza che il giovane connazionale incarnasse il volto di un’ evoluzione tennistica in atto ormai da tempo. Il balzo avanti di una manciata di ventenni, che raccogliendo il lascito dei Fab Four ha elaborato concetti tecnici tattici e mentali tali da rilanciare il grande tennis in questo scorcio di millennio, dopo che i primi quattro lustri ci hanno già fatto dono di straordinari incontri ravvicinati consumati tra palla e racchetta.
Il match di Parigi-Bercy racconta di una generazione che non nutre differenze tra superficie e superficie, e fa del gioco a rete l’omologo di quello in fondo. Un tennis che fa di risposta e passante armi improprie, sia per velocità sia per precisione. Un gruppo di impavidi ventenni che fa di questo sport una faccenda da dipanare in modo quasi sfrontato.
E il progresso vuole che anche in terra danese nascano tennisti coi fiocchi. In verità più al femminile, Wozniaki docet, seppure dal Kurt Nielsen, finalista a Wimbledon inizio anni cinquanta, al più recente Kenneth Carlsen, mancino 40 del mondo, anche la filiera al maschile può dire la sua. E non finisce qua! Se il rampante vincitore di Parigi manterrà le promesse, la terra di Amleto potrebbe scrivere presto pagine importanti anche nella storia dei major