Gilles Cervara ha rilasciato un’intervista a L’Equipe, nella quale ha raccontato molti aspetti della sua personalità, dalla sua filosofia tennistica ai segreti del suo rapporto con Daniil Medvedev

Gilles Cervara è senza dubbio il miglior allenatore del momento: alla guida di Daniil Medvedev, tennista molto complesso, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista caratteriale, ha condotto il russo sino alla seconda posizione della classifica mondiale e alla conquista, agli US Open, del suo primo titolo Slam, rendendolo un top player di assoluto livello. Recentemente, il coach francese è stato protagonista di un’intervista a L’Equipe, testata alla quale ha potuto svelare un po’ i segreti che l’hanno portato al successo.

“Innanzitutto – ha raccontato Cervara –, oggi si è diventati molto più cattivi nei rapporti umani e si usa solo la forza, la rabbia. Secondo me, anche la dolcezza e l’empatia non sono da sottovalutare e io cerco di essere sempre equilibrato quando mi rapporto a qualcuno. Seguo la filosofia dello yin e dello yang: non può esistere una cosa senza il suo opposto, dunque non si può essere duri senza essere, allo stesso tempo, dolci. Anche Medvedev è d’accordo con me ed è su questa filosofia che abbiamo costruito le basi per un binomio vincente”.

Ma davvero il suo rapporto con Medvedev è basato solo su questa filosofia dell’equilibrio? Sembra strano, considerando il carattere del russo in campo. “La relazione tra me e Daniil è molto più complessa – ha subito precisato il transalpino – di quanto possa sembrare, ma è molto sincera e profonda. Non è costruita sui ‘sì’, anzi: Daniil tende a rifiutare quello che dico, non apprezza quando gli consiglio di modificare alcune cose nei suoi colpi e nel suo tennis. Io, allora, gliela do vinta, poiché so che, dopo qualche tempo, inizierò a vedere automaticamente le modifiche che gli avevo richiesto. Lui è fatto così: mi ascolta e a me questo basta, anche se sul momento sembra ripugnare quello che dico“.

Un altro aspetto che ha molto incuriosito i giornalisti è quello relativo alla tecnica: Medvedev non ha dei colpi bellissimi da guardare, eppure sono così efficaci che si potrebbe affermare che il numero 2 del mondo abbia inventato una nuova tecnica tutta sua. “Daniil ha delle leve di circa 1 metro e 20 centimetri, è davvero difficile riuscire a colpire con efficacia nella maniera tradizionale, dunque trovo che abbiamo studiato dei fondamentali molto intelligenti per il suo fisico e la sua tipologia di gioco, accorciando al massimo la preparazione su entrambi i lati del campo. Inoltre – ha proseguito il francese – devo ammettere che la tecnica è l’aspetto su cui mi piace di meno lavorare: per me costruire dei colpi belli da vedere non è così importante, l’unica cosa che conta è colpire la palla nel modo giusto, mettere la palla nel punto giusto del campo e fare punto”.

Cervara, infine, ha rivelato dove trova fonte di ispirazione per apportare modifiche quotidiane al suo lavoro: “Non trovo ispirazioni nel tennis, quasi mai: difficilmente guardo gli allenamenti di qualcun altro e trovo degli aspetti che vorrei sperimentare anch’io. Al contrario, mi ispiro molto agli sport di combattimento, dal momento che non sono così diversi dal tennis, soprattutto dal punto di vista mentale. Si gioca uno contro uno e l’obiettivo è quello di sconfiggere l’avversario, colpirlo nelle sue debolezze e studiare una tattica efficace e fluida”.