Il sanremese vive una settimana da sogno, fermandosi solo in finale a Rio. La squalifica e la lunga gavetta nei Challenger: “Grazie a Diego Nargiso ho ritrovato la passione per il tennis, la voglia di vincere e tutto il resto“. Oggi è numero 77 Atp.

Una settimana da sogno

Gianluca Mager si prende tutto in una settimana: primo top-10 battuto, prima finale Atp in carriera e ingresso in top-100. Rio de Janeiro non sarà mai un torneo come gli altri per il venticinquenne di Sanremo, che più volte in queste ore si sarà pizzicato per svegliarsi dal sogno più dolce della sua carriera. E’ tutto vero: l’Italia inserisce l’ottavo giocatore nelle prime cento poltrone mondiali. Un ingresso prepotente alla posizione 77, che di fatto stravolge la programmazione di Mager per i prossimi mesi. Ma non è finita qui, ora c’è Santiago per inanellare altri punti importanti. Staccandosi dai discorsi inerenti al ranking, sono le prestazioni in campo ad aver sorpreso maggiormente. Il successo contro Dominic Thiem è sintomo dei progressi attuati in questi mesi assieme a coach Flavio Cipolla: Una delle cose su cui stiamo lavorando è la gestione dei momenti difficili in campo e la gestione dei momenti importanti”, ci ha rivelato il coach romano dopo l’accesso in semifinale. Poi il successo sull’ungherese Attila Balazs, risalendo da un break sotto nel terzo set. In finale poteva preannunciarsi una contesa senza storia con un animale da terra rossa come Cristian Garin, così non è stato. Nonostante le difficoltà dal punto di vista fisico, in una delle settimane più dispendiose della carriera mentalmente e atleticamente, Mager combatte alla pari col cileno cedendo solo in un due parziali tirati. “Questo sport è pazzesco – ha spiegato quasi in lacrime dopo l’atto conclusivo -. Una settimana fa ero a Buenos Aires e perdevo al primo turno delle qualificazioni contro un giocatore 300 al mondo. Un’emozione incredibile, sette giorni di emozioni indescrivibili. Nella mia testa non ho ancora ben realizzato il fatto di essere entrato nei primi 100″.

L’incontro con Nargiso e l’escalation

Il percorso verso l’elite del tennis mondiale non è stato tutto rose e fiori per Mager, che nel corso degli anni ha imparato a reagire a pesanti sconfitte e non solo. Gianluca cresce agonisticamente al Park Tennis Club Genova, stesso circolo di Lorenzo Musetti. I risultati tardano ad arrivare e l’esperienza nei tornei Under 18 è praticamente nulla, a differenza del classe 2002, capace di issarsi sino alla prima piazza mondiale. Il primo gancio arriva all’età di 16 anni: squalifica per aver fatto uso di marijuana ad un festa. Lo stop di 4 mesi mette alla prova i deboli nervi del sanremese, ad un passo dall’appendere la racchetta al chiodo. A convincerlo del contrario una figura di spicco del movimento tricolore, quella di Diego Nargiso: “Non avevo mai incontrato – spiegò Mager nel lontano 2014 – qualcuno che credesse veramente in me, che mi dicesse ‘adesso proviamo a farti diventare un giocatore”. Poi, due anni fa ho incontrato Diego. Lui mi cerca, mi dice: ‘Sei disposto a essere serio?’. Gli ho risposto di sì. Da lì una crescita esponenziale. La gavetta è di quelle lunghe e faticose: passare dai Futures ai Challenger non è da tutti, devi avere qualcosa in più. Mager inizia a credere in se stesso, con lui anche la Federazione che tra il 2016 e il 2017 lo ospita a Tirrenia. Una piccola parentesi tra i big nel 2017, quando partecipa agli Internazionali BNL d’Italia grazie ad una wild card. Gioca alla pari con Aljaz Bedene, ma i crampi (problema ancora ricorrente) lo tradiscono sul più bello. Dal Foro ai 15.000$, appuntamenti che caratterizzano una buona metà del 2018 di Gianluca. L’approdo fisso al circuito Challenger tra il 2018 e il 2019: il primo titolo arriva a Koblenz in Germania (torneo in archivio proprio ieri), datato lo scorso gennaio. I quarti a Bangkok gli permettono per la prima volta di approdare nei primi 200 tennisti del globo, dandogli la carica giusta per trionfare anche a Biella e Barletta. Un risultato tira l’altro e ad ottobre 2019 va a prendersi il primo successo in un main draw Atp a Stoccolma contro Andujar. Ed eccoci qui, nel 2020 della consacrazione.