Il 22enne argentino sembrava destinato a rimanere il fratello “normale”, superato nei risultati dal più giovane Juan Manuel, tanto da essersi iscritto all’università per garantirsi un futuro lontano dal tennis. Invece a Miami sta giocando il torneo della vita: al debutto in un Masters 1000 si è preso le semifinali: anche grazie alle disgrazie altrui, come con Sinner nei quarti
Quarti al primo Masters 1000: come Franco Davin nel 1990
Secondo i pronostici, i due principali avversari di Jannik Sinner per conquistare la semifinale al Miami Open dovevano essere Andrey Rublev e Matteo Berrettini, invece fra ottavi e quarti il tabellone ha incrociato il nome dell’altoatesino con quelli di Nick Kyrgios e Francisco Cerundolo. E ad essergli fatale, contro ogni previsione è stato il secondo, anche se in realtà la responsabilità è delle vesciche che lo hanno costretto al ritiro sul 4-1 per l’argentino. Una costante, quella delle disgrazie altrui per Francisco in questo torneo: contro di lui Opelka si era ritirato nel secondo set, Monfils ci ha perso nel giorno in cui sua moglie, Elina Svitolina, ha annunciato di volersi prendere una pasusa dal tennis, e anche Tiafoe si è dovuto ritirare nel set decisivo. A certi livelli Cerundolo ha tutta l’aria dell’imbucato, lo dicono le statistiche: fino a qui, sul cemento il sudamericano classe 1998 non aveva mai vinto una sola partita nel circuito maggiore, e fino all’ultimo Masters 1000 di Indian Wells non gli era mai nemmeno capitato di giocare le qualificazioni in un torneo così. In California non gli è andata bene, visto che per fermarlo è bastato il cinese classe 2005 (!)Juncheng Shang, mentre a Miami sembra essersi trasformato in un altro giocatore. Partito direttamente dal main draw, ha steso uno via l’altro Griekspoor, Opelka, Monfils e Tiafoe, diventando il primo argentino ad arrivare ai quarti al debutto in un “1000” dopo Franco Davin, che ci riuscì trentadue anni fa ad Amburgo.
Una serie di vittime più o meno illustri che hanno acceso i riflettori su un cognome che sin qui era circolato soprattutto grazie ai risultati del fratello minore Juan Manuel, mancino e di tre anni più giovane. È stato quest’ultimo, infatti, che nel 2021 aveva sorpreso tutti vincendo un torneo ATP (a Cordoba) e poi si era guadagnato un posto alle Next Gen ATP Finals, meritandosi l’appellativo di “Cenerentolo”, mentre per Francisco il treno buono sembrava ormai passato. Invece, l’esplosione del fratellino è servita a dargli una scossa: l’allievo del giovane Kevin Konfederak (ex promessa junior incapace di sfondare, e oggi già coach a soli 31 anni) aveva fatto vedere buone cose già lo scorso anno, ma nel primo quarto di 2022 ha saputo migliorarsi ancora. Prima ha vinto un Challenger a Santa Cruz, poi ha raggiunto i quarti a Buenos Aires e la semifinale a Rio De Janeiro, e ora si è regalato un risultato ancora più prestigioso, che lo rilancia ampiamente in classifica (è virtualmente n.51) e potrebbe cambiare la sua dimensione sportiva, a patto che nei prossimi mesi riesca a dare continuità a certi standard.
Un fratello per amico
Avere un fratello nel circuito ATP può servire eccome, per tanti motivi. Dai più banali, come la compagnia e il partner garantito per gli allenamenti, fino ai consigli tattici. A Francisco, per esempio, sono serviti per vincere la battaglia con Frances Tiafoe, visto che nel turno precedente era toccato a Juan Manuel giocare contro lo statunitense, che l’aveva superato senza troppe difficoltà. Un k.o. pesante per lui ma utile per Francisco, che da lì è partito per preparare la sua sfida. “Ho parlato con mio fratello – ha raccontato ai media argentini –, chiedendogli cosa l’avesse sorpreso del gioco di Tiafoe e quali aspetti gli avessero dato maggiore fastidio. Ci siamo confrontati, anche se abbiamo due stili di gioco completamente diversi, quindi abbiamo improntato l’incontro in maniera differente. È andata bene. E poi dovevo vincere per forza: non potevo permettere a Tiafoe di eliminare tutta la famiglia (ride, ndr)”. A dargli una mano ci ha pensato anche il pubblico: giocava negli Stati Uniti contro uno statunitense, ma l’appoggio era quasi tutto per lui, come da tradizione del torneo di Miami dove è pienissimo di argentini e sudamericani. La principale arma da disinnescare, per gli avversari di Cerundolo, è il diritto, colpo pesante che Francisco riesce e giocare con facilità da ogni angolo del campo. In attesa di laurearsi (online) in management, economia e finanza all’Università Palermo di Buenos Aires.