Le parole di Filippo Volandri, capitano della nazionale italiana in Coppa Davis, al Corriere dello Sport. L’ex tennista si è concentrato sulle possibilità dei suoi ragazzi nella trasferta americana di Indian Wells, prima di soffermarsi sulle novità a cui andrà incontro la Coppa Davis.
Il Corriere dello Sport ha pubblicato una interessante intervista a Filippo Volandri, capitano della nazionale italiana di Coppa Davis, che ha parlato alla vigilia dell’inizio del torneo Masters 1000 di Indian Wells. Un occhio di riguardo per il numero uno italiano, Jannik Sinner, che al terzo turno potrebbe incrociare il proprio cammino con l’attuale numero due, Lorenzo Musetti: “Sinner e Musetti stanno vivendo momenti diversi della carriera. Lorenzo ha raccolto poco dalla trasferta sudamericana e vive una fase di crescita che Jannik ha già superato. Lorenzo dovrà difendere punti importanti ed i conti della classifica si fanno a dicembre, ma il ranking per lui è il termine ultimo di un processo che va oltre i risultati al momento. Per arrivare in alto bisogna lavorare su una struttura ed è normale avere delle difficoltà nel cammino, capita anche a tennisti come Rafa e Nole. Se i big però hanno una struttura per riprendersi subito da questi piccoli inciampi, Lorenzo può faticare per periodi più lunghi ed è su questo che deve lavorare. Jannik invece sta molto bene e sta facendo sue le competenze aggiunte lo scorso anno. Il ritorno all’aperto lo costringerà ad adattarsi a condizioni a lui meno favorevoli di quelle indoor. Ad Indian Wells mi dicono stia facendo freddo e dovremo vedere quanto inciderà il vento. In generale però Sinner è un giocatore che sta iniziando ad incastrare i pezzi del puzzle”. Una battuta anche su Matteo Berrettini: “Se giocherà Indian Wells? Sono aggiornato sulle sue condizioni, ma non sono io a doverne parlare. Spero sia in grado di scendere in campo”.
Volandri ha anche detto la sua sulla mancanza di buoni risultati di cui storicamente gli atleti italiani godono in questo torneo: “Io ad Indian Wells e Miami facevo tantissima fatica soprattutto perché ero reduce dalla terra sudamericana. Indian Wells è un paradiso ma le condizioni sono difficili perché a seconda dell’orario può fare caldissimo o freddissimo ed il rimbalzo cambia di conseguenza. Adattarsi è fondamentale ma non è facile per chi le settimane prima non ha giocato sul cemento outdoor. Se guardiamo in casa nostra: Sinner ha giocato indoor, Musetti sulla terra e Berrettini ha fatto preparazione prima di Acapulco; solo Sonego ha scelto Doha e Dubai. I nostri vengono tutti da condizioni diverse da quelle della California e non sarà facile. Questa però è una mia riflessione, non una legge”.
L’ultima analisi del capitano azzurro riguarda proprio la Coppa Davis, che dal 2024 cambierà probabilmente volto, di nuovo. Volandri però, come molti addetti ai lavori, non sembra avere risposte chiare al momento: “Lo dico subito, la soluzione non ce l’ho. Giocare su tre settimane ha senso e quest’anno abbiamo guadagnato una settimana di calendario, ma le sfide dopo Australian Open e US Open possono essere uno svantaggio per chi ha giocatori che vanno in fondo. Grazie alla wild card ricevuta noi abbiamo saltato il playoff di febbraio, che da un lato ci avrebbe permesso di fare gruppo ma dall’altro ci avrebbe messo in difficoltà la settimana subito dopo lo Slam. Ritorno al vecchio format? Anche quello ha i suoi contro, anche se l’Italia sarebbe ancora più forte avendo giocatori competitivi su tutte le superfici”. E l’Italia quanto è lontana da un nuovo successo? Questa la visione del capitano: “Inutile nasconderci, quando siamo al completo possiamo ambire al titolo. Ci siamo dati qualche anno per costruire un gruppo competitivo ed avendolo avuto al completo solo due volte devo dire che siamo più avanti di quanto pianificato. A fine stagione però ci sono tante incognite e non è facile per le nazionali ed i rispettivi capitani”.