La Hrvatski Teniski Savezk, organo governativo del tennis croato ha risposto alle numerose critiche arrivate dopo la tappa dell’Adria Tour che si è svolta a Zara
La Hrvatski Teniski Savezk, organo governativo del tennis croato ha risposto alle numerose critiche arrivate dopo la tappa dell’Adria Tour che si è svolta a Zara. La Federazione croata ha dichiarato di aver aderito al progetto con le migliori intenzioni, quelle di promuovere il tennis e dare una mano ad una causa umanitaria. Alla viglia del torneo ai giocatori sono state riportate le raccomandazioni dell’Istituto croato di sanità pubblica, nel centro sportivo era disponibile ad ogni entrata il gel disinfettante per pubblico, giocatori e addetti ai lavori. Per quanto riguarda i tamponi, non sono stati effettuati semplicemente perché in Croazia non c’è l’obbligo per gli stranieri; anche se la Federazione si è risentita per aver scoperto la positività di Dimitrov tramite i social, senza ricevere nessun avviso prima del rientro del bulgaro a Montecarlo. Una volta ricevuta notizia, la Federazione ha interrotto la competizione, Djokovic e Rublev non sono scesi in campo per la finale.
“Il lunedì successivo i giocatori e i membri degli staff sono stati testati – ribadisce il comunicato della Federazione che poi sottolinea – Non ci sono stati casi positivi tra gli spettatori, così come non ce ne sono stati tra quelli che hanno assistito al match di basket a la Kid Day, speriamo resti così“. Ha parlato dell’accaduto anche il vicepresidente Neven Nakić: “Noi abbiamo dato il massimo nell’organizzazione, le nostre intenzioni erano nobili e nessuno sperava finisse così. Abbiamo seguito il protocollo e le raccomandazioni degli epidemiologi. Sfortunatamente era difficile prevedere cosa sarebbe successo – prosegue Nakić – Adesso però non ha senso cercare colpevoli e dobbiamo fare fronte unito perché il virus è una cosa seria”.