Il numero 2 d’Italia si appresta a difendere il titolo conquistato a Montecarlo nel 2019.

Il 21 aprile 2019 Fabio Fognini battendo Dusan Lajovic conquistava il master 1000 di Montecarlo, scrivendo una pagina storica del tennis italiano. 722 giorni dopo è cambiato moltissimo e il tennista ligure si appresta a tornare nel Principato da campione uscente. “Sarà una grande emozione, non lo nego“ ha ammesso Fognini in un intervista apparsa sulla Gazzetta dello Sport. “Sono sempre stato legato a Montecarlo, è il torneo di casa, Arma di Taggia dista appena 37 km. Era già un posto del cuore, adesso lo sarà per tutta la vita”.

Quest’anno il torneo monegasco si giocherà a porte chiuse, un vantaggio in meno per i tennisti nostrani che non potranno contare sul solito sostegno dei numerosi tifosi italiani. “In due anni è cambiato tutto e se ci penso avverto un grande vuoto. Siamo professionisti, ma abituarsi a queste nuove regole è durissimo. Specialmente per noi che siamo sul circuito da tanti anni: forse i giovani sono più spensierati o semplicemente possono concentrarsi solo sul tennis” ha aggiunto il numero 2 d’Italia.

Cosi come nel 2019, l’avvicinamento al primo master 1000 della stagione sulla terra rossa non è stato dei migliori (tre sconfitte consecutive contro Norrie, Korda e Munar). “Sono molto nervoso e a Marbella si è visto. Non c’entra la pressione. Ad Acapulco ho avuto un‘intossicazione alimentare tremenda che mi ha steso. Sto incominciando a sentirmi davvero bene solo adesso. Sono convinto che sulla terra si rivedrà il vero Fognini”.

In conclusione il 33enne di Arma di Taggia, che debutterà quest’oggi a Montecarlo contro Miomir Kecmanovic, ha parlato del futuro del tennis mondiale, dove l’Italia potrebbe essere grande protagonista. “Ci sono tanti ottimi giocatori, penso a Medvedev, agli altri russi, a Tsitsipas, a Zverev. Ma nessuno di loro ha ancora fatto il salto decisivo negli slam, quello che ti cambia davvero la carriera. Noi italiani con Sinner e Musetti siamo a posto per i prossimi dieci anni, mentre Berrettini e Sonego sono solide certezze per il presente. Con Musetti ci siamo allenati qualche volte insieme, è un ragazzo con la testa sulle spalle. Sinner tira comodini, è fortissimo, ma per affinità di gioco mi sento più vicino a Lorenzo e alla sua genialità” ha concluso Fognini.