L’inglese ha superato Chardy al primo turno e domani alle 16 (diretta su SuperTennis) si troverà davanti Federer, ovvero il suo compagno di allenamenti nelle ultime due settimane. I precedenti sono tutti a favore dello svizzero, ma Evans ci crede. O almeno ci spera.

Daniel Evans, l’inglese numero 28 del ranking mondiale, è un avversario che Roger Federer conosce molto bene. Non solo perché prima del covid lo ha battuto tre volte su tre, senza mai perdere un set, fra il 2016 e il 2019 – l’ultima agli Open quando gli lasciò appena 5 game -, ma anche perché ci si è allenato per due settimane proprio in questo periodo.

«Come è stato? Be’, sicuramente con lui gli allenamenti sono molto intensi – ha spiegato Evans dopo aver battuto Jeremy Chardy nel primo turno dell’Atp 250 di Doha -. A volte siamo restati in campo 2 ore, altre un’ora e mezzo, sicuramente il livello è stato alto».

Il fatto che Federer sia ancora disposto a faticare a 39 anni per tentare un rientro ad alto livello «è la testimonianza di come lui, ma anche Andy Murray, continuino perché hanno grande passione per il tennis, non certo per una questione di soldi. E’ una buona cosa per il tennis che al vertice ci siano personaggi del genere».

Dal suo punto di vista di giocatore la difficoltà di affrontare Federer «sta soprattutto nella varietà. Cambia in continuazione effetti, rotazioni, ritmo, velocità, e giocatori un po’ ‘robotici’ si trovano in difficoltà. Anch’io cerco di variare abbastanza, quindi vedremo come andrà a finire. Sicuramente sarà un match duro, e molto dipenderà dalla condizione fisica di Roger. L’ultima volta agli us Open io venivo da un match duro con Pouille, e ho peso facile, stavolta credo che per me sia una buona chance, anche perché lui è stato fermo tanto tempo. In ogni caso non sarà un dramma: se vincerò bene, altrimenti mi preparerò per il tornei seguente a Dubai. Credo, con tutto il rispetto per Doha, che a Federer importi soprattutto essere in forma per Wimbledon e la seconda parte della stagione, la speranza è di vederlo in buona condizione negli Slam».

Chi, infine, meglio di Evans che ha diviso con lui due settimane di allenamenti può dare un parere su quanto Federer sia ancora in grado di muoversi con la solita velocità ed efficacia in campo a 39 anni? La risposta, però, è sibillina: «Be’, guardate il match domani e avrete la risposta…».