Andrea Vavassori si racconta in esclusiva per ‘Il Tennis Italiano’: il 2021 è stato un anno speciale per lui, ma il meglio deve ancora arrivare
Gli US Open mancati il momento di svolta, che emozioni a Stoccolma!
Andrea Vavassori è uno dei tennisti più emergenti del panorama tennistico italiano e tutto ciò è testimoniato dalla crescita esponenziale di cui si è reso protagonista nel 2021, un’annata speciale per lui e per il suo futuro: nella stagione che si è conclusa, infatti, il torinese ha piantato le basi per poter vivere le prossime stagioni da protagonista del nostro movimento, sia in singolare che in doppio. Attualmente numero 266 della classifica mondiale, Vavassori ha aperto il lucchetto dei suoi ricordi e dei suoi obiettivi a noi de ‘Il Tennis Italiano’, ai quali ha raccontato come sta affrontando la preparazione in vista del nuovo anno.
“Questa stagione è terminata molto tardi – ha spiegato il numero 71 delle classifiche di doppio – e si è chiusa soltanto la scorsa settimana con il secondo Challenger di Forlì, dunque ho solo un paio di settimane per allenarmi e svolgere la preparazione, mentre solitamente mi riservavo circa un mese di tempo tra un anno e il successivo. Il 27 dicembre partirò per l’Australia insieme a mio padre e lì giocherò i miei primi tornei del 2022, salvo poi tornare a casa per svolgere una seconda parte di preparazione”.
Ad inizio novembre, Vavassori ha vissuto una prima volta molto importante: il piemontese ha conquistato la sua prima vittoria in carriera in un main draw del circuito ATP, battendo Pavel Kotov al primo turno dell’ATP 250 di Stoccolma. “Curiosamente, un evento non piacevole ha rappresentato una sliding door molto importante per la mia carriera. Non sono riuscito ad entrare nel tabellone di doppio degli US Open – ha rivelato l’azzurro – e, con il senno del poi, forse non è stato poi così negativo. Se fossi entrato, infatti, avrei perso molte posizioni nella classifica del singolare e probabilmente avrei dovuto chiudere con questa specialità. Invece, sono rimasto in Europa, ho giocato molto bene in Bundesliga e nei Challenger, aiutandomi a guadagnare la necessaria fiducia per chiudere l’anno così come ho fatto. Mi porterò sempre dietro le emozioni che ho vissuto a Stoccolma: mi si è aperta inaspettatamente la porta per andare in Svezia e, partendo dalle qualificazioni, ho giocato un tennis eccellente, battendo in serie Milojevic, Serdarusic e, nel main draw, Kotov. Agli ottavi, ho chiuso in bellezza lottando con Shapovalov. Quest’esperienza mi sarà molto utile nel 2022, quando spero di riuscire ad ottenere una classifica che mi permetta di giocare il tabellone principale dei tornei di doppio e le qualificazioni nei tornei ATP di singolare”.
Una forza del nostro portacolori consiste anche nel proprio stile di gioco, ricco di discese a rete e variazioni sul tema: “Il serve and volley è un’arma importante per il mio gioco e cerco di utilizzarlo nella maniera più intelligente possibile. L’idea è sempre quella di togliere punti di riferimento ai miei avversari, evitando di proporre un tennis monotematico e prevedibile. Penso di potermela giocare su tutte le superfici”.
Focus sul futuro, la Coppa Davis non è più solo un sogno
Andrea, ottimo giocatore sia di singolare che di doppio, non ha alcuna intenzione di mollare una delle due specialità e si è prefissato degli obiettivi precisi in vista del 2022. “Voglio continuare a giocare il singolare e il doppio ogni settimana – ha confermato l’azzurro – e ho l’obiettivo di trovare un compagno con cui fare coppia stabilmente nel Tour. Mi piacerebbe fosse italiano, sarebbe anche più semplice, ma è molto difficile, in questo momento, trovare qualcuno disposto a concentrarsi sul doppio a livello ATP nel nostro movimento. Bolelli è impegnato con Maximo Gonzalez, Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini e Musetti hanno una classifica troppo alta per distogliere, in parte, la loro concentrazione dal singolare. Dunque, penso che fare coppia con uno straniero non sia affatto una cattiva idea. Ad esempio, negli ultimi mesi ho giocato spesso con Dustin Brown: ci siamo divertiti molto e abbiamo ottenuto risultati di rilievo, penso che potremo fare il doppio insieme a Wimbledon“.
Per concludere, un commento sulla Coppa Davis, competizione alla quale Vavassori spera di poter un giorno partecipare: “La Coppa Davis non è più solo un sogno, così come qualche anno fa. Sto lavorando molto bene e i miglioramenti di quest’anno mi hanno portato tra coloro che possono puntare a ricevere una convocazione. Sarebbe fantastico, sin da quando ero piccolo guardavo la squadra azzurra e sognavo di poter farne parte. Io sono sempre a disposizione, spero di poter rappresentare l’Italia negli anni a venire”.
Andrea Vavassori ha le idee molto chiare sul modo in cui intende proseguire la sua carriera: chissà che il 2022 non possa riservargli altre dolci sorprese!