È il suo momento! Holger Rune rimonta Novak Djokovic 3-6 6-3 7-5 e conquista il titolo del Masters 1000 di Parigi-Bercy a soli 19 anni e 6 mesi, dimostrando di essere una brillantissima stella del tennis futuro

È il suo momento! Holger Rune rimonta Novak Djokovic 3-6 6-3 7-5 e conquista il titolo del Masters 1000 di Parigi-Bercy a soli 19 anni e 6 mesi, dimostrando di essere una brillantissima stella del tennis futuro. Una partita bellissima e che ha premiato la freschezza del teenager, che, grazie a questo successo, il primo della carriera in un torneo di questo livello, diventa un Top 10. Da lunedì, infatti, sarà numero 10 del mondo e, di conseguenza, prima riserva alle Nitto ATP Finals di Torino.

L’inizio dell’incontro è subito molto lottato, con i primi due game vinti dal giocatore alla battuta ma non senza soffrire. Un po’ di tensione in avvio per Rune, qualche doppio fallo di troppo e Djokovic non si lascia sfuggire l’occasione per ottenere un break nel quarto game, consolidando il break successivamente per volare 4-1. Tennis di buona qualità da parte di entrambi nelle fasi finali del parziale, tuttavia il campione in carica non lascia modo al danese di impensierirlo nei propri turni di battuta, gestendo il vantaggio acquisito inizialmente e incamerando il set 6-3 dopo 36 minuti.

Djokovic oggi è troppo concentrato, non vuole assolutamente farsi sfuggire l’occasione di conquistare il trofeo e, nel primo game della seconda frazione, si porta immediatamente sullo 0-40. Rune però reagisce, cancella tutte le tre palle break giocando benissimo e, al termine di un game lunghissimo, riesce in qualche modo a salvarsi. Nel gioco successivo è lui a procurarsi una chance di break, ben sfruttata per volare sul 3-0 dopo un ennesimo game ai vantaggi. Da qui in avanti, splendida gestione del 19enne di Gentofte, il quale chiude 6-3 in suo favore il secondo set e rimanda il verdetto al terzo.

I due si sfidano ad altissima intensità anche nel parziale decisivo, degno coronamento per un torneo che è stato bellissimo e che meritava una finale così combattuta. Nel quarto game, il campione di Wimbledon si rende protagonista in risposta, piazzando un break che potrebbe rivelarsi molto importante, poi subisce il controbreak per meriti di un Rune indomabile, bravissimo a impattare sul 3-3. Dominano i servizi da quel momento in avanti, ma il serbo non è al massimo fisicamente causa un problema alla gamba. In ogni caso, sia lui che Rune riescono a tenere i successivi turni di battuta. Fino al 5-5: qui, il danese decide che è giunto il suo momento, conquista il break decisivo e, depennando sei – leggasi sei – opportunità di controbreak al momento di servire per il match, chiude 3-6 6-3 7-5 dopo 2 ore e 33 minuti di battaglia.