“Speriamo di aver ridotto il dolore per quando ricomincerà la stagione”. L’australiano è finito in otto occasioni sotto i ferri, dal gomito nel 2012 alla recente operazione alla spalla.

“Questa operazione è stata leggermente diversa dalle altre sette”. Sembra quasi prenderla con filosofia James Duckworth, uno che negli anni ha dovuto combattere seriamente con ogni tipo di infortunio. Una lunga gavetta, tra uno stop e l’altro che lo rimandavano sempre al punto di partenza. Per poi ricominciare e cercare una stabilità fisica che nell’ultimo anno e mezzo sembrava averlo accompagnato senza spiacevoli sorprese. Solo apparenza forse. Sì, perché nonostante l’australiano provenga da un avvio di stagione alquanto promettente con una vittoria Challenger e una semifinale Atp a Pune, il dolore è tornato a pulsare dentro il suo corpo: “Non avrei fatto nulla se non ci fosse stato il coronavirus – racconta Duckworth in merito alla sua ultima operazione chirurgica alla spalla destra -. Avrei semplicemente continuato a giocare. Se non mi fossi operato, avrei potuto pregiudicare la stagione (se ricomincerà, ndr). Potrebbe non funzionare, ma la mia mentalità mi spinge quantomeno a provare“. James ha fatto esperienza di quanto patito: “Ho imparato ad essere più cauto riguardo al ritorno in campo dopo un infortunio. Sto facendo di tutto per tornare più forte di prima, spero di aver ridotto il dolore”.

Il momento più complicato, fra i tanti, Duckworth lo ha passato nel 2017 con quattro interventi di cui tre al piede. Tanta paura scacciata da una figura fondamentale, che lo accompagna fisicamente oltre che mentalmente in ogni operazione “C’è stato un periodo in cui non ero in grado di saltare e spingere come volevo. Per fortuna mio padre è un chirurgo, tratta specialmente le spalle e i gomiti quindi conosce quasi tutto del mondo della medicina. Non era sicuro che il mio ultimo intervento al piede avrebbe funzionato. Di conseguenza ero piuttosto nervoso, in caso di esito negativo non ci sarebbero state molte altre opzioni. In un letto d’ospedale così come in campo, il ventottenne di Sydney non ha mai mollato: “Sinceramente non c’è mai stato un momento in cui ho pensato di chiudere la carriera, magari ho pensato di essere nei guai ecco!”, conclude Duckworth nella sua testimonianza al sito ufficiale dell’Atp. Gli esempi di tenacia e spirito di rivalsa al giorno d’oggi non mancano, a partire da un certo Juan Martin del Potro. L’australiano (come tanti altri) può sfruttare lo stop del tennis professionistico per risalire dall’ennesimo burrone, questa volta con più certezze e con una classifica che lo supporta alla poltrona numero 83.

C’è un comune denominatore negli infortuni di Duckworth. Tutti riguardano gli arti di destra, ecco la lista:

  • Fine 2012: gomito destro
  • Inizio 2014: gomito destro
  • Febbraio 2017: piede destro
  • Marzo 2017: spalla destra
  • Agosto 2017: piede destro
  • Gennaio 2017: piede destro
  • Febbraio 2018: gomito destro
  • Marzo 2020: spalla destra