Patrick Mouratoglou, attraverso il proprio canale YouTube, ha analizzato chiavi e fasi salienti dell’ultimo atto dei Championships
Coach Patrick Mouratoglou si è preso qualche giorno per riflettere. Archiviata la finale di Wimbledon tra Novak Djokovic e Nick Kyrgios, l’allenatore francese ha espresso i suoi pensieri attraverso il proprio canale YouTube. Dall’atteggiamento in campo alle chiavi tattiche, fino alla gestione della pressione.
“Una partita è sempre più complicata dei soli servizio e risposta, ma questi hanno avuto un ruolo importante. Nel primo set Novak ha faticato a strappare il servizio a Kyrgios, ma una volta entrato in partita ha iniziato a leggere molto meglio il servizio dell’avversario. L’abilità di Nole nel servire è stata molto importante, perché poi gli scambi sono diventati la chiave del match. Se il servizio fosse rimasto importante come nel primo set, Nick avrebbe vinto. Come sappiamo, Novak è probabilmente il miglior ribattitore al mondo e forse di tutti i tempi. Una volta che la palla è in gioco, è una questione di scambi, dove Novak è superiore a Nick, ed è per questo che ha finito per vincere il match”.
L’aspetto fisico e la resistenza. “Un’altra chiave è stata la lunghezza degli scambi e la capacità di Nick di accorciarli. Più Novak colpisce, più è sicuro di sé. In una partita con così tanta posta in gioco, così tante emozioni, è difficile per chiunque iniziare a commettere errori. Nick ha accettato di giocare troppi scambi, di aspettare la palla giusta per attaccare, cosa che di solito ha senso, ma mi aspettavo che si prendesse più rischi”. In una finale Slam l’esperienza del serbo si è fatta valere. “Nel primo set Novak osservava il suo avversario, dove serviva, dove andava nei punti importanti, come giocava, ma una volta perso il primo set era pronto per il successivo. Sono sicuro che l’esperienza ha giocato un ruolo importante, Nole non si è mai fatto prendere dal panico. Nel rifiuto della sconfitta è uno dei migliori insieme a Nadal, sanno come ribaltare le partite e trovare soluzioni. Djokovic sapeva esattamente cosa fare e ha avuto bisogno di un set per capirlo”.
I “demoni” di Kyrgios. “Ognuno di noi è diverso. Contro Tsitsipas, Nick si è fatto sentire dal primo all’ultimo punto. È il suo modo di ottenere l’energia e l’aggressività necessarie per giocare. Quando è in silenzio non gioca al meglio e diventa molto più vulnerabile. Crea problemi perché ne ha bisogno per ottenere il meglio di sé. Ha molto in comune con John McEnroe. È quando è calmo che perde”.