Il ministro degli esteri australiano ha dichiarato che ci sarà l’obbligo vaccinale per tutti gli atleti che vorranno partecipare agli Australian Open 2022: Novak Djokovic, contrario a rivelare pubblicamente il suo stato vaccinale, è in contatto con le autorità per venirsi incontro sulle regole che gli atleti dovranno rispettare
Tuonano gli Australian Open nel mondo del tennis: il ministro degli esteri del Paese oceanico, Alex Hawke, ha infatti dichiarato, tramite una nota ufficiale, che tutti i giocatori che vorranno partecipare all’Australian Open 2022 dovranno essere vaccinati con due dosi. Cosa succederà ora? Da ciò che risulta attraverso le dichiarazioni degli atleti, solo alcuni di essi hanno già ricevuto il vaccino: tra questi, spiccano Andy Murray, Victoria Azarenka, Maria Sakkari e alcuni tennisti italiani quali Matteo Berrettini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Altri atleti, invece, hanno scelto di non volerci informare sul loro stato vaccinale, ritenendo la questione privata e non inerente al mondo del tennis: tra di essi, il nome di maggior spicco è Novak Djokovic (numero 1 del mondo, nonché 9 volte campione in terra australiana), ma ci sono anche altri giocatori, ad esempio Stefanos Tsitsipas, che si sono più volte espressi negativamente sull’obbligo vaccinale nei vari tornei.
“Vorrei tanto tornare a Melbourne per difendere il titolo – ha rivelato Djokovic in una recente intervista –, ma, se lo cose dovessero stare così, mi vengono alcuni dubbi sulla partecipazione agli Australian Open. Non vorrei, infatti, rivelare pubblicamente se sono o no vaccinato, poiché è una questione privata che i media potrebbero usare contro di te. Noi atleti non dovremmo essere giudicati da questi aspetti, bensì in base a ciò che mettiamo in mostra sul campo, dunque non sarebbe per me l’ideale schierarmi a favore o contro il vaccino anti-covid. Detto questo, il mio team è in contatto con la federazione australiana: abbiamo l’obiettivo di venirci incontro e stabilire regole che da un lato preservino la sicurezza di tutti, dall’altro lato siano meno severe per gli atleti, vaccinati o non vaccinati“.