Il serbo, intervistato dal New York Times, torna sulla questione Adria Tour e parla dell’imminente doppio impegno a New York
“Rifarei l’Adria Tour”
Novak Djokovic è il grande favorito di questi US Open. Lo sarebbe stato anche in normali circostanze probabilmente, ma l’assenza di molti big tra cui Roger Federer e Rafael Nadal può agevolare il serbo. Nole, che ha annunciato diversi giorni fa la sua presenza al doppio appuntamento nella Grande Mela, ha avuto a inizio estate l’esperienza diretta con il covid-19, arrivato dopo un discusso e criticato Adria Tour, la serie di tornei di esibizione da lui organizzata.
In un’intervista ai microfoni del New York Times, il numero uno del ranking ATP è tornato sulle critiche arrivate a giugno, dopo i numerosi casi di giocatori contagiati al torneo.
“Abbiamo cercato di fare qualcosa con le giuste intenzioni – ha detto Djokovic -. Sì, c’erano alcuni passaggi che avrebbero potuto essere eseguiti diversamente, ma dovrò essere attaccato per sempre per aver commesso un errore? So che le intenzioni erano giuste e corrette, e se avessi la possibilità di fare di nuovo l’Adria Tour, lo rifarei”.
Nole è poi tornato sulla sua esperienza con il virus, che ha descritto come non troppo distruttiva, anche se non insignificante, aggiungendo di aver eseguito numerosi controlli in seguito: “Ho eseguito una TAC del torace, ho fatto diversi test anche dopo il mio test negativo per il coronavirus prima di venire a New York – racconta -. Ho fatto i miei esami del sangue, i miei esami delle urine, i miei esami delle feci, tutto quello che potevo“.
Djokovic ha anche affermato di aver riflettuto molto sulla possibilità di saltare la stagione americana, e che prendere la decisione di venire a New York non sia stato facile: “Ero molto vicino a non venire – ha detto -. C’erano molte incertezze, e ci sono ancora molte cose che non sono veramente chiare. Però mi sono detto che voglio giocare, è per questo che sono qui. Personalmente non ho paura di trovarmi in una situazione di salute rischiosa e pericolosa per me stesso. Se mi sentissi in quel modo, molto probabilmente non sarei qui. Sono cauto, ovviamente, e devo essere responsabile e ovviamente rispettare i regolamenti, le regole e le restrizioni come chiunque altro. Ma le cose sono imprevedibili. Può succedere di tutto nel campo da tennis o fuori“.
“Non sono contrario a tutti i tipi di vaccini”
Djokovic ha anche parlato del suo rapporto con la medicina e i vaccini, rispondendo alle accuse di chi lo ritiene un convinto ‘antivaccinista’: “Vedo che i media internazionali hanno preso le mie parole in modo sbagliato, dicendo che sono completamente contrario ai vaccini di qualsiasi tipo – ha affermato -. Il mio problema con i vaccini è che se qualcuno mi costringe a mettere qualcosa nel mio corpo senza che io voglia, per me è inaccettabile“.
“Non sono contrario alle vaccinazioni, perché chi sono io per parlare di vaccini quando ci sono persone che sono state nel campo della medicina e hanno salvato vite in tutto il mondo? Sono sicuro che ci sono vaccini che hanno pochi effetti collaterali che hanno aiutato le persone e hanno contribuito a fermare la diffusione di alcune infezioni in tutto il mondo” – ha aggiunto Nole.
Il campione degli ultimi Austrialian Open ha anche spiegato la sua scelta di prendere una casa in affitto, e di non alloggiare negli hotel della bolla come la maggior parte dei colleghi: “Sono grato, perché ho visto l’hotel dove alloggia la maggior parte dei giocatori – spiega -. Non voglio sembrare arrogante o qualcosa del genere, e so che l’USTA ha fatto del suo meglio per fornire una sistemazione e organizzare la bolla in modo che i giocatori possano effettivamente competere e venire qui, ma è dura per la maggior parte dei giocatori, non potendo aprire la finestra e trovandosi in un hotel in una piccola stanza”.
“È estremamente importante che abbia fatto questo investimento perché mi farà sentire meglio – ha aggiunto Djokovic -. Mi riprenderò meglio e potrò effettivamente trascorrere del tempo all’aperto quando non sono sul posto.”