Novak Djokovic gioca benissimo nella finale contro Stefanos Tsitsipas e fa suo il titolo dell’ATP 500 di Astana, trofeo numero 90 della sua carriera
Semplicemente fantastico Novak Djokovic nella sua finale numero 128 in carriera: la leggenda di Belgrado conquista l’ATP 500 di Astana (tabellone che valeva anche più di 500) e lo fa giocando un match dalla qualità incredibile contro Stefanos Tsitsipas. 6-3 6-4 in 1 ora e 16 minuti per far suo il 90esimo trofeo, il 4° negli ultimi 5 tornei disputati. Delle ultime 28 partite giocate, Djokovic ne ha vinte ben 26 e adesso si presenta al Masters 1000 di Parigi-Bercy e (quasi certamente) alle Nitto ATP Finals di Torino con l’etichetta, da lui molto amata, di grandissimo favorito. Per Tsitsipas, invece, si tratta della nona finale persa su nove in carriera a livello 500, con un bilancio che recita un severo 9-14 se allarghiamo la considerazione a tutte le categorie di tornei del circuito maggiore. Insomma, da un lato un cannibale, specialmente nelle occasioni importanti, dall’altro un grandissimo tennista che non può, tuttavia, reggere il confronto contro un Djokovic straripante.
Il combattimento ad armi pari è durato a malapena 6 giochi, nei quali Tsitsipas ha servito bene e ha saputo tenere testa al tennis ritmato e chirurgico del suo rivale. Ma, dal 3-3 in avanti, non c’è stata partita: il serbo ha vinto 12 dei successivi 14 punti e ha conquistato il break nell’ottavo game, incamerando la prima frazione 6-3. Il greco ha provato, allora, ad essere più aggressivo, ma di contro ha perso precisione con il dritto e con i suoi – solitamente perfetti – colpi di volo, attaccando anche quando non ce n’erano i presupposti migliori. Annullate due palle break al campione di Wimbledon nel terzo game, non è riuscito a fare lo stesso nel successivo turno di servizio, lasciando un nuovo break per strada e aprendo la strada verso il titolo di Djokovic, che ha semplicemente dovuto tenere la battuta altre tre volte per chiudere, dopo 1 ora e 16 minuti, con lo score di 6-3 6-4. 79% di prime palle in campo, 87% di resa con la prima e 80% con la seconda, perdendo solo 7 punti sui 48 che ha dovuto giocare al servizio: numeri fuori dal normale per un giocatore del tutto fuori dal comune, un campione che non sembra assolutamente sazio, nemmeno dopo aver portato a 90 il numero dei trofei presenti nella sua infinita bacheca.