Il top 10 canadese in un’interessante intervista a Tages-Anzeiger ha parlato del suo idolo Federer e del motivo per cui non gli piace essere definito un Next Gen.
Denis Shapovalov, recentemente semifinalista a Wimbledon e questa settimana impegnato nell’ATP 250 di Gstaad, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni in una lunga intervista alla rivista svizzera Tages-Anzeiger.
Inizialmente il top 10 canadese si è dibattuto in modo negativo sulla dicitura “Next Gen”, che spesso gli viene ancora affibbiata: “Questa cosa che mi reputino ancora uno della nuova generazione la ritengo piuttosto stupida. Quando hai 18 o 19 anni forse puoi dire che fai parte di questa categoria ma io ora ho 22 anni e pochissimo tempo fa ho raggiunto la prima semifinale in un Major. Penso che noi più giovani – ha proseguito l’allievo di Youzhny – siamo lì con i grandi. Non battiamo costantemente i dominatori del circuito ma li spingiamo al limite“.
In questo senso il nativo di Tel Aviv è tornato a parlare proprio della recente sconfitta con il “dominatore dei dominatori”, ossia Novak Djokovic, a Wimbledon: “Nonostante la sconfitta la partita con Nole è stata un passo avanti per me. Certo perdere in quel modo è stato straziante e penso si sia notata la mia emozione a fine partita ma sono comunque molto soddisfatto delle mie due settimane ai Championships. Dopo una fase più complicata – ha ammesso Shapovalov – sono riuscito ad esprimere il mio miglior tennis. Perché Djokovic sta dominando in questo modo? Riesce ad adattare il suo tennis a qualsiasi situazione. A tratti – ha affermato ancora il canadese – penso di averlo dominato ma lui è fantastico nei momenti importanti. L’esperienza – ha concluso sull’argomento – ha giocato certamente un ruolo fondamentale“.
Il numero 10 del mondo ha poi esposto l’importanza che ha avuto l’influenza di Roger Federer nella sua carriera: “Roger è il mio idolo, non ho dubbi su questo. Dicono che quando riesci ad incontrare di persona il tuo mito la magia si spezza, per me è stato il contrario. Ricordo ancora – ha continuato Shapovalov – quando avevo 18 anni e giocai a Basilea. Io non ero ancora nessuno eppure Roger quando mi ha visto: si è fermato, è sceso dalla macchina e mi ha accolto nella sua città. Mi ha chiesto se stessi bene. Oggi continua ad essere per me una fonte d’ispirazione. Ci vediamo spesso negli spogliatoi e trova sempre dei momenti per parlarmi. Il suo possibile ritiro a breve? Personalmente spero possa giocare per sempre. Non deve aver fretta nella decisione e – chiosa Denis sull’argomento – spero che la sua passione gli permetta di continuare ancora per molto“.
Infine il canadese si è espresso sulla questione “GOAT”: “Ognuno ha la sua personale opinione. Alcuni guardano solo le statistiche, altri si soffermano su altri aspetti. Credo che i tre “mostri” siano così diversi tra loro che è impossibile confrontarli. Personalmente non mi sento di dire chi è più forte ma mi ritengo fortunato di far parte di questa epoca tennistica. Non rivedremo mai più tre giocatori così straordinari in contemporanea“.