A oltre due anni e mezzo dal suo ultimo match nel circuito, Juan Martin Del Potro giocherà a Buenos Aires e Rio De Janeiro. Il maledetto ginocchio non è ancora al 100%, ma l’argentino prova a rilanciare un’altra volta una carriera che senza gli infortuni sarebbe stata di ben altra dimensione. Anche se sul ritorno aleggia lo spettro della crisi finanziaria
Otto interventi chirurgici, ma Delpo vuole provarci ancora
Giugno 2019, Barcellona. Gennaio 2020, Miami. Agosto 2020, Berna. Marzo 2021, Chicago. Ma soprattutto febbraio 2022, Buenos Aires. Le prime quattro sono le tappe del calvario chirurgico di Juan Martin Del Potro, segnato da altrettanti interventi al ginocchio destro, da parte di quattro specialisti differenti. La quinta data, invece, è quella programmata per l’ennesima resurrezione sportiva del campione di cristallo, splendente ma fragile, per colpa dei polsi che gli hanno rubato un terzo di carriera e della rotula che se n’è presa un’altra fetta. Al tennista di Tandil ne è rimasta per ora soltanto una, nella quale ha mostrato a più riprese di essere un gigante non solo per la statura, nonché uno dei pochi capaci di battagliare sul serio coi tanto chiacchierati Big Three, fin da quando a nemmeno vent’anni strappo uno Us Open dalle mani di Federer battendolo in cinque set in finale. Li ha superati tutti più volte, anche nei grandi tornei, attirandosi – meritatamente – la simpatia di tantissimi, prima per il suo tennis e poi per la sua voglia di sfidare le difficoltà, con la capacità di batterle spesso e volentieri. Il problema è che la fortuna sarà anche cieca, ma la sfiga ci vede benissimo e su di lui si è accanita ferocemente, costringendolo a otto (!) operazioni che avrebbero messo al tappeto chiunque. Eppure Delpo di mollare tutto non ne vuole sapere, e anche stavolta è pronto a tornare finalmente nel circuito, a oltre due anni e mezzo dalla sua ultima apparizione.
La notizia di un possibile rientro nella Gira Sudamericana era nell’aria da un po’, alimentata dalle dichiarazioni del giovane connazionale Sebastian Baez che all’Australian Open aveva raccontato di essersi allenato con continuità con “Palito”, lasciando intendere che le sue condizioni fossero sufficientemente buone per pensare a un ritorno. Poi, la scorsa settimana si era diffusa la voce che in realtà, intensificando gli allenamenti, Delpo si fosse reso conto di non essere ancora pronto, ma lunedì è arrivata l’ufficialità di una doppia wild card: prima a Buenos Aires, dove curiosamente ha giocato una sola volta in carriera ad appena 17 anni; quindi a Rio de Janeiro, città che rievoca i dolci ricordi dei Giochi Olimpici del 2016, quando al primo turno fece piangere Djokovic e solo un Murray in quel periodo inavvicinabile riuscì a negargli la medaglia d’oro. Si tratta di un ritorno attesissimo da migliaia di appassionati, che per lungo tempo l’hanno amato e sostenuto sui campi di tutto il mondo, soffrendo insieme a lui a ogni stop imposto dai guai fisici, e hanno accolto con giubilo il post social pubblicato mercoledì dall’argentino, con una foto che lo ritrae in notturna sul Centrale deserto del Buenos Aires Lawn Tennis Club, accompagnata dalla frase “che bello sarà tornare a vedervi”. I più attenti si saranno accorti che il maledetto ginocchio rimane fasciato, ma il countdown è iniziato e molto presto potranno finalmente rivedere il sudamericano in azione, con quel diritto che da quindici anni ha rivoluzionato il concetto di potenza su un campo da tennis.
Lo spettro dei debiti sul rientro dell’argentino
La buona nuova sul rientro di Delpo è arrivata a una ventina di giorni da una notizia che invece di buono non ha nulla, diffusa come esclusiva da una trasmissione-salotto pomeridiana del canale America TV. Secondo la ricostruzione del programma, l’argentino sarebbe in rovina finanziaria a causa di una lunga serie di investimenti sbagliati da papà Daniel Horacio, morto nel gennaio del 2021 all’età di 63 anni. Per tutta la carriera di Delpo è stato lui a occuparsi di amministrarne i guadagni, ma a quanto pare tante scelte si sono rivelate errate e solo dopo la sua scomparsa il figlio si sarebbe reso conto di quanti soldi sono stati dilapidati. Le operazioni finanziarie avrebbero bruciato il 90% dei risparmi di Del Potro, che in carriera ha guadagnato 26 milioni di dollari di soli montepremi, ai quali vanno aggiunti bonus e sponsorizzazioni, molto ricche visto che – anche grazie alle tante e controverse love story che gli sono state affibbiate – si tratta di uno degli sportivi argentini più popolari di sempre. La stima è che gli siano rimasti circa tre milioni di dollari, ma con diversi debiti ancora in sospeso e tanti creditori pronti a fargli causa. Immediata la dietrologia, secondo la quale il rientro sarebbe stato anticipato per permettergli di guadagnare quel denaro che col tennis, contratti pubblicitari a parte, non vede dal giugno del 2019.
Per il mondo della racchetta, tuttavia, l’importante è solo che Del Potro torni a competere e possa farlo per il più a lungo possibile, mettendo fine a un’odissea iniziata nel 2018, nell’anno che al termine di una lunga risalita l’aveva finalmente visto tornare dove gli spetta. Nel giro di sei mesi era riuscito a vincere il suo primo Masters 1000 a Indian Wells, a tornare in finale in un torneo del Grande Slam (di nuovo a New York) e salire al numero 3 del ranking mondiale, migliorando il best ranking di otto anni prima, quello che secondo i suoi polsi – prima il destro, poi il sinistro – avrebbe dovuto portare nel post carriera. Invece lo ritoccò e chissà cosa sarebbe successo se non si fosse fermato di nuovo, a causa di una scivolata durante il torneo di Shanghai. Cadde a terra durante un cambio di direzione sbattendo il ginocchio, e quello che pareva un infortunio banale si è rivelato il più grave della sua carriera, a causa della rottura della rotula che l’ha tenuto lontano dai campi per quasi tre anni, con quattro operazioni a sette mesi l’una dall’altra. L’ultima risale al 23 marzo 2021 a Chicago, da lui stesso chiamata (via social) “la definitiva”, come a dire che stavolta si tratta sul serio dell’ultima spiaggia. Ha già dovuto rivedere i suoi programmi più volte, ma per ora, a differenza dei precedenti, l’ultimo intervento gli ha dato almeno la possibilità di tornare a fare il tennista. Come? Per il momento non importa. Adesso conta solo riaverlo nel circuito.