Sebastien Grosjean, capitano della nazionale francese, commenta in modo polemico l’assenza di pubblico per le prime partite del girone di Amburgo. Per i match tra Australia e Belgio, infatti, non c’erano più di 200 tifosi.

È terribile – esordisce in un’intervista all’Equipe l’ex numero 4 al mondo Sebastien Grosjean –, 200 persone per due nazioni con una grande tradizione in Davis Cup.” Il capitano francese sostiene che il pubblico di Amburgo non sia interessato alle partite che non vedranno la Germania protagonista: “Per noi, contro la Germania, credo ci saranno molte persone, circa 3000 o 4000”. La preoccupazione dell’ex tennista riguarda principalmente le nazioni che non giocano in casa, che non riescono a sentire un’atmosfera di tifo se il pubblico non riempie gli spalti. Si dice preoccupato soprattutto per gli australiani, che non hanno tifosi; ma pensa anche ai suoi ragazzi, che avranno al massimo una trentina di persone al seguito nelle partite contro Australia e Belgio.

“(Gli organizzatori, ndr) Stanno cercando il formato giusto per questa competizione – continua il francese nell’intervista. – In ogni caso ci sono accordi da diversi anni con i paesi delle città ospitanti, se la loro nazione è qualificata: Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna. Anche l’anno prossimo sarà così.” Ma Grosjean sostiene che una soluzione potrebbe esserci: “Penso che sia necessario spalmare gli incontri su due anni, con lo stesso format: due incontri a stagione, con il primo turno e i quarti lo stesso anno, e la semifinale e la finale l’anno successivo, con un match di spareggio per chi non riesce ad accedervi. In questo modo, penso che si possa rendere la competizione più «esclusiva»”.

In passato, sostiene Grosjean, francesi, australiani e belgi hanno riempito stadi di 4000-5000 persone, anche nei primi turni. La tempra delle nazioni e il fascino della Davis Cup, nonostante tutto, resta. “Per i giocatori è un onore e qualcosa di cui andare fieri giocare per la nazionale francese…è una tradizione”. C’è grande amore e passione per il tennis nelle parole del capitano francese, ma l’amarezza e il dispiacere per il poco fascino che la nuova Davis Cup sta suscitando sono, purtroppo, realtà.