Le prime dichiarazioni di capitan Filippo Volandri alla vigilia dell’inizio delle Davis Cup Finals di Bologna, nella cui fase a gironi ci sono in palio due posti per i quarti di finale
Capitan Filippo Volandri ha recentemente parlato in conferenza stampa con i giornalisti presenti a Bologna, lì dove l’Italia, dal 13 al 18 settembre, prenderà parte al Girone A delle Davis Cup Finals, al fine di assicurarsi uno dei due posti disponibili per i quarti di finale, stadio che, come detto dallo stesso Volandri, rappresenta l’obiettivo minimo per una squadra forte come la nostra. Le nostre avversarie saranno l’Argentina di Diego Schwartzman, la Croazia di Borna Coric e la Svezia dei fratelli Ymer. Gli azzurri giocheranno mercoledì 14 (ore 16) contro la Croazia, venerdì 16 contro l’Argentina, sfidando infine la Svezia domenica 18. A rappresentare i nostri colori ci saranno Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Fabio Fognini e Simone Bolelli.
“È un altro mattone di un percorso che abbiamo cominciato un anno fa a Torino. Finalmente la squadra è al completo – queste le prime dichiarazioni del CT azzurro, ottimista –. Avere dei giocatori forti che arrivano in fondo negli Slam è un privilegio, anche se, quando giochi un tie a tre giorni da una finale Slam, averli tutti al 100% non è facile. Il gruppo è molto unito e ciò mi rende davvero felice. Girone? Superarlo è l’obiettivo minimo che ci siamo posti, con la speranza di poter andare a Malaga e giocarci un posto nella storia del tennis italiano. Giocare in casa è un onore, ma al contempo una responsabilità non indifferente, i giocatori lo sanno e sono pronti a dare il massimo”.
“Sinner ha speso tantissimo a New York – ha proseguito Volandri –, ha avuto un problemino alla caviglia contro Ivashka e l’ha sentito anche contro Alcaraz, ma quello che mi piace è che vuole giocare. Il dualismo tra Sinner e Alcaraz è sano, e porterà entrambi ad alzare il livello, sono convinto che di partite come quella vista a New York ce ne saranno ancora tante. Berrettini, invece, è al 100% e va alla velocità della luce. Campo? È piuttosto lento, tutto molto diverso rispetto agli US Open, anche giocare indoor aiuterà i ragazzi ad abituarsi più rapidamente”
Parole al miele, poi, per Carlos Alcaraz, campione degli US Open e nuovo numero 1 del mondo, il più giovane di sempre a raggiungere questo traguardo. “Pensavo che in un paio d’anni sarebbe entrato nei primi tre e invece, in meno di un anno, è sul tetto del mond. Ho preso una bella cantonata! Fa impressione il modo in cui brucia le tappe e quello che mi piace è il suo percorso, il progetto ben strutturato che ha. Naturalmente ha caratteristiche fisiche, tecniche e mentali fuori dal comune, ma allo stesso tempo lavora con un focus preciso e raggiunge gli obiettivi fissati”.