Darren Cahill ha pubblicamente difeso Simona Halep, recentemente accusata di doping, con un toccante messaggio sul proprio profilo Instagram

Darren Cahill, oggi coach di Jannik Sinner, è stato allenatore di Simona Halep per ben sei anni, dal 2015 al 2021: i due, insieme, hanno vinto due titoli del Grande Slam, il Roland Garros nel 2018 e Wimbledon 2019, ma non solo. La tennista rumena, in quel periodo, è stata numero 1 del mondo per 64 settimane, chiudendo al vertice del ranking sia il 2017 che il 2018. Insomma, numeri strepitosi e che fanno capire quanto brillante sia stata la loro collaborazione. Pochi giorni fa è apparsa una clamorosa notizia: Halep è risultata positiva alla sostanza Roxadustat durante un controllo anti-doping tenutosi durante gli US Open, rivelazione che ha sconvolto il mondo del tennis. In realtà, la campionessa in carica del WTA 1000 di Toronto ha subito precisato di non aver mai preso nulla intenzionalmente e che lotterà fino all’ultimo affinché le sia riconosciuta l’innocenza. Nessuno fin qui ha pubblicamente accusato la 31enne di Costanza, anzi in tantissimi le hanno rivolto messaggi di stima e di vicinanza: colleghe come Alizé Cornet e Sorana Cirstea, ex rivali come Elena Vesnina, oltre che alcune delle più famose leggende del nostro sport. A parlare in suo favore, anche proprio Cahill, il quale, tramite un messaggio sui propri canali social, ha affermato di credere fortemente nella sua innocenza. Di seguito, la traduzione del toccante messaggio scritto dal suo ex coach.

“Ciao a tutti. Anche se non sto lavorando più con Simona, vorrei parlare chiaramente della persona che conosco e dell’atleta con la quale ho lavorato per 6 anni. Innanzitutto, cosa più importante, non c’è alcuna possibilità che Simona abbia consciamente o di proposito assunto una qualsiasi delle sostanze proibite. Nessuna. Zero. Parliamo di un’atleta che è totalmente fissata nel controllare tutto ciò che le viene prescritto da qualsiasi medico professionista (il che già è raro), o riguardo qualsiasi supplemento usato o da lei considerato. Simona mi ha più volte detto: ‘Per favore, controlla una seconda e una terza volta questa cosa, sii certo che non sia sicura, legale e concessa. Se non ne sei sicuro, non la prendo’. Entrambi crediamo nel programma che l’ITIA adotta per testare i giocatori e discutiamo spesso riguardo il numero di volte in cui lei è stata testata, sia durante i tornei che nei suoi giorni di vita quotidiana. Lo ha sempre fatto senza lamentarsi, consapevole che anche le altre atlete venivano testate con la stessa frequenza. Competere contro atlete pulite è importante per lei. È importante per tutti e, sebbene il sistema non sia perfetto, funziona. Non c’è dubbio sull’integrità si Simona: lei rispetta le sue colleghe, ama il gioco e ha sempre i suoi piedi ben saldi per terra con umiltà, è una campionessa umana. Io ho fatto parte con orgoglio della vita di una persona che è maturata, guardando con ammirazione la compassione che ha sempre mostrato verso gli altri. E non parlo della roba che viene vista pubblicamente dal mondo del tennis, parlo della dolcezza e della cura che in pochi hanno avuto la fortuna di esperire, quelle azioni che vengono fatte per amore e non per ricevere complimenti. L’onestà è sempre stata la sua forza più grande e, al contempo, la sua principale debolezza. Abbiamo spesso riso della sua incapacità di raccontare anche una piccolissima bugia. Chiedile qualcosa in conferenza stampa lei tirerà sempre fuori una risposta onesta. Non è nemmeno capace di nascondere il suo umore, sia quando positivo che quando negativo. Questa è Simo, ciò che vedì e quel che è realmente. Ha costruito una carriera straordinaria e un prestigio basati sul fare le cose più giuste, sebbene le più difficili. Un processo adesso risponderà a tante questioni. Come ha detto Simona, inizia la partita più difficile della sua vita. Io credo in lei. Ho sempre detto questo e lo ripeto adesso che si trova in questa situazione difficile. Io sto dalla parte di Simo”.