La giovane tennista russa ha rilasciato una lunga e interessante intervista al “sport.ru”.
Quando nel 2017 trionfava a Charleston, conquistando il suo primo WTA, Daria Kasatkina sembrava destina a diventare la nuova protagonista del tennis russo e mondiale. Dopo aver raggiunto la top ten nell’ottobre 2018, però, la 23enne di Tolyatti ha attraversato un flessione che l’ha fatta calare nel ranking. “Nel 2019, dopo la sconfitta contro Zvonareva, pensai al ritiro. Fu Philipp Dehaes (il suo secondo coach, ndr) a darmi l’idea. In una discussione mi disse che se non mi divertivo più avrei dovuto pensare di smettere. Quello mi ferì particolarmente” dichiara Kasatkina nell’intervista rilasciata a Sofya Tartakova per “sport.ru”. “Successivamente cambiai decisione. Forse perché oltre al tennis non so fare molto altro. Quello fu un periodo molto difficile. Mi sentivo debole e non riuscivo a venirne fuori”. La decisione di ritirarsi non fu mai svelata ai genitori. “Non puoi forzare qualcuno a vivere la vita che tu speri“ – ammette la madre di Daria – “Ogni bambino deve vivere la sua vita, per questo siamo contenti di chi sono e di cosa fanno i nostri figli”.
Il momento nero vissuto nel 2019 è solo uno dei tanti temi affrontati nella lunga intervista. Uno degli argomenti più discussi è stato l’annuncio della sua bisessualità. “Non capisco il motivo per cui non si faccia coming out tra gli uomini. Rivelare il proprio orientamento sessuale è la cosa giusta. Perché ci si dovrebbe nascondere?“ afferma l’ex numero 10 Wta. “Personalmente credo che le donne in una relazione abbiano una connessione più forte, con più sintonia. Ci conosciamo meglio e per questo capiamo meglio le emozioni e i bisogni. Tra uomo e donna, al contrario, ci possono essere molti fraintendimenti”. La tennista russa, tuttavia, si è detta contraria a rapporti sentimentali con colleghi o con membri del proprio staff. “Non so come alcune storie si tengano assieme, è complicato e non saprei come si possa essere produttivi”.
La storia di Daria Kasatkina inizia da Tolyatti, dove è nata, una città di 700 mila abitanti nota per essere un polo dell’industria chimica e automobilistica, e per l’intenso traffico di droga. Dopo un miglioramento con gli anni 2000, il paese ha subito un nuovo crollo. Tre anni fa sarei tornato volentieri a vivere qua” dichiara il fratello e fisioterapista, Alexander. “ Adesso, invece, non lo direi più“. La strada verso il successo è stata molto complicata per Daria poiché la federazione russa è stata tutt’altro che presente. ”I miei genitori furono costretti a vendere la casa per permettermi di diventare un’atleta professionista, era l’unico modo. Avevamo molti debiti e io ero senza sponsor. Le uniche offerte erano ridicole. Praticamente sarei rimasta legata a loro per anni per poter estinguere il mio debito“ confessa Kasatkina.” “La federazione copriva solo una piccola parte delle spese. Ci proposero un contratto ma era veramente ridicolo” aggiunge Sasha
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— Daria Kasatkina (@DKasatkina) April 20, 2021