Il russo alla fine supera i suoi fantasmi e batte Davidovich Fokina in tre set

Che non ci fosse un grande feeling tra Daniil Medvedev e la terra battuta lo si sapeva da tempo: il tennista russo, nonostante un best ranking di numero 2, due finali slam giocate e tre Masters 1000 vinti in carriera, all’età di 25 anni non era ancora riuscito a vincere una singola partita a Madrid, idem dicasi per il torneo di Roma e il Roland Garros. Non a caso ieri, in conferenza stampa, aveva dichiarato: «Non credo che battermi sulla terra sia una grande impresa».

E oggi, nonostante le attenuanti legate al rientro in campo dopo lo stop per covid, in effetti, non ha affatto giocato una grande partita, approfittando del crollo dello spagnolo Alejandro Davidovich Fokina. Il numero 49 del mondo, dopo due set combattutissimi e con tante palle break, ha mollato la presa nel terzo parziale, perdendo 4-6 6-4 6-2.

Lo spettacolo più grande, tuttavia, ci è stato offerto dallo psicodramma di Medvedev, il quale ha dovuto battere anche la terra battuta, sua acerrima nemica. Dopo aver perso il primo parziale, il russo, nervosissimo, ha iniziato a scagliare la racchetta contro la superficie di gioco, gridando: «Io sulla terra non voglio giocare». Lo show è continuato nonostante il richiamo da parte del giudice di sedia, dal momento che, alla richiesta dell’arbitro di non rovinare il campo, il numero 3 ATP ha ribadito: «Il campo è già rovinato, siamo sulla terra!». Fortunatamente per lui, dopo 2 ore e 13 minuti di battaglia, il successo gli ha permesso di ritrovare la serenità ed anche un pizzico di ironia. Infatti, avvicinatosi alla telecamera, ha firmato il successo con la dedica “Love clay”.

«Ho sempre amato questo torneo – ha affermato il russo nel post gara – ma probabilmente non farò mai un gran risultato, pur cercando di dare il meglio di me».

Ad attenderlo agli ottavi, c’è lo specialista Cristian Garin, testa di serie numero 16, il quale si è sbarazzato di Dominik Koepfer con un netto 6-3 6-4: si prevede un altro match scoppiettante.