Il numero 2 del mondo si racconta soddisfatto per aver raggiunto i quarti di finale a Parigi

Daniil Medvedev, che non aveva mai vinto un match al Roland Garros, è riuscito, in questa edizione, a spingersi fino ai quarti di finale, grazie alla vittoria ottenuta oggi contro Cristian Garin, tennista cileno contro cui aveva perso agli ottavi di finale del Mutua Madrid Open. Al centro della conferenza stampa, il suo controverso rapporto con la terra: il russo ha lasciato intendere che, chissà, magari sta sbocciando l’amore nei confronti di questa superficie.

“Beh – afferma il finalista degli Australian Open – ho imparato che qui a Parigi devo giocare proprio come farei sui campi in cemento, perché le condizioni non sono poi così tanto diverse. Non so se questo valesse pure gli anni scorsi oppure no, magari sono stato semplicemente sfortunato nei sorteggi dei tabelloni, non lo so. Posso dire che ho imparato che posso muovermi benissimo su questa superficie, con la sola eccezione che devo giocare colpi più penetranti piuttosto che sulle altre superfici, altrimenti devo correre tantissimo per tutto il campo, senza avere la possibilità di rientrare nello scambio. Penso sia questo ciò che mi è accaduto in molti tornei sul rosso del passato. Inoltre, amo le palle di questo torneo: sono in grado di gestirle alla perfezione e non permetto ai miei avversari di attaccarmi, mantenendo il controllo del punto. So che potrei sembrare bugiardo dopo aver detto tante cose brutte sulla terra, ma ero in un momento psicologico negativo, poiché venivo da una lunga serie di sconfitte: basti pensare che non avevo mai vinto un match qui, come anche a Roma o a Madrid. In questa settimana, tuttavia, mi sono sentito davvero bene, quindi sì, dai, credete a quello che dico (ride). Chissà, magari questo torneo può rappresentare l’inizio di una storia d’amore tra me e la terra battuta, lo spero vivamente. Vorrei provare anche a vincere, un giorno, questo torneo: mi ci trovo bene anche perché posso interagire con il pubblico, in quanto so parlare il francese”.

Il russo spiega, poi, come ha fatto a prendersi la rivincita del match perso, contro Garin, qualche settimana fa: “A Madrid c’erano delle condizioni di gioco totalmente diverse e sentivo che la pallina non andava mai dove stavo cercando di indirizzarla. Inoltre, escludendo una palla break nel primo game, non ho mai avuto chance in risposta, questo perché non riuscivo a trovare confidenza con il campo. Oggi, fortunatamente, ho ricevuto anche un piccolo aiuto: lui non ha giocato bene i primi due set, mentre nel terzo ha alzato tantissimo il livello, al punto che avrebbe benissimo potuto vincerlo. Grande differenza, inoltre, l’ha fatta il servizio: oggi, con questo colpo, sono stato praticamente perfetto”.

Detto questo, non si risparmia nel giustificare la scelta di Federer di abbandonare il torneo agli ottavi: “Penso che – dichiara Medvedev – se non arrivi ad uno Slam da testa di serie, è importante giocar bene un ATP 250 prima del torneo, in modo tale da trovare la giusta fiducia. Io, ad esempio, lo feci in passato: vinsi a Winston-Salem e arrivai allo US Open sulle ali dell’entusiasmo. Ciò mi spinse fino al terzo turno, che all’epoca rappresentava il mio miglior risultato in uno Slam. Quando, invece, migliori la tua classifica, è diverso, poiché devi cercare di non spendere troppe energie prima di un grande appuntamento come questo. Per quanto riguarda il ritiro di Federer, si vedeva che, verso la fine del match, era in sofferenza dal punto di vista fisico. Ha 39 anni e questa è una cosa normale: il suo grande obiettivo è Wimbledon, mentre qui credo avrebbe fatto troppi sforzi fisici presentandosi in campo contro un top player, dopo essere stato in campo così tanto. Non penso sia possibile dire se sia stata giusta o meno la sua scelta nei confronti del suo avversario di ieri: da un lato, Koepfer avrebbe potuto avere una chance negli ottavi, dall’altro il tennis è brutale e lui, se voleva andare avanti nel torneo, doveva battere Roger, cosa che non è riuscito a fare. Inoltre, penso che lui abbia preso la decisione definitiva dopo il match, lavorando con il fisioterapista, dunque non ho nessuna intenzione di criticarlo”.

In conclusione, un commento sul tabellone: “Per me – rivela il russo – è stato un bene trovarmi finalmente senza Rafa o Novak dal mio lato del tabellone: loro sono due campioni formidabili e il loro livello, nei Grandi Slam, è ancora irraggiungibile, dato che concentrano quasi tutte le energie per questi appuntamenti. Detto questo, non sono stato poi così fortunato: giocare ai quarti con Stefanos, visti i risultati che ha ottenuto su questa superficie, sarà difficilissimo. Sulla terra è uno dei quattro più forti, insieme a Novak, Rafa e Zverev”.