Daniil Medvedev, nella conferenza stampa che si è tenuta alla vigilia del suo esordio nel Masters 1000 di Indian Wells, ha raccontato come è riuscito a vincere tre titoli in tre settimane e a reagire dopo la cocente delusione patita agli Australian Open, da lui definita come uno dei momenti più complessi della sua intera carriera
Daniil Medvedev, dopo aver perso al terzo turno degli Australian Open per mano di Sebastian Korda, ha attraversato uno dei momenti più complicati da quando si è guadagnato lo status di top player: all’indoamani del primo Slam stagionale, in cui era stato il finalista delle due passate edizioni, il russo aveva abbandonato la Top 10 per la prima volta da luglio 2019. Da quel giorno in avanti, però, Medvedev è riuscito a cambiare totalmente inerzia ai suoi risultati: l’ex numero 1 del mondo ha aperto una striscia di 14 vittorie consecutive e ha conquistato tre titoli in tre settimane a Rotterdam, Doha e Dubai, ottenendo anche 4 trionfi contro Top 10 di cui uno su Novak Djokovic, vincitore degli Australian Open e imbattuto da ottobre 2022. Insomma, Medvedev si presenta ai nastri di partenza del Masters 1000 di Indian Wells come numero 6 del ranking e con un clamoroso record stagionale di 19 successi (nessuno come lui nel 2023) a fronte di soli 2 ko (per intenderci, 90,5% la percentuale di vittorie). Quale momento migliore di questo affinché possa tentare di migliorare le sue performance in un torneo che non l’ha mai visto brillare in carriera (miglior risultato il quarto turno raggiunto nel 2021)?
“Mi sento benissimo – ha affermato il 27enne di Mosca –, la fiducia che percepisco è molto alta e la verità è che non mi sento per niente stanco. Ogni torneo è una nuova sfida, si parte sempre da zero e il mio obiettivo è quello di sfruttare questo momento positivo per far bene in un evento che mi ha sempre visto soffrire nel corso della mia carriera. Le palle e la superficie fanno sì che questo torneo sia uno di quelli con le condizioni più lente nell’anno, a volte sempre di giocare sulla terra battuta: non amo, a dir la verità, queste condizioni, ma allo stesso tempo penso di potermi esprimere bene ovunque dopo aver vinto a Doha, dove i campi sono molto simili a quelli di Indian Wells“.
Come tutti i grandi campioni, anche Medvedev è costantemente al loro per cercare di migliorare le proprie prestazioni, e così il campione 2021 degli US Open, dopo le delusione australiana, ha optato per un cambio nell’incordatura delle sue racchette, mossa che si è rivelata vincente. “Per vincere tante partite su questa superficie, devo interpretare il mio tennis nella miglior maniera possibile, mentre dove le condizioni sono più rapide posso permettermi di essere un po’ meno preciso e di trovare lo stesso una maniera per vincere, com’è accaduto a Rotterdam. Lì è cambiato tutto, perché la mia fiducia era inesistente, eppure ho deciso di cambiare qualcosa nell’incordatura delle mie racchette, il che mi ha permesso di mantenere il controllo degli scambi e mi ha offerto la possibilità di trovare più facilmente profondità con i miei colpi, qualcosa di vitale per me visto che mi piace giocare con i piedi molto distanti dalla riga di fondocampo”.
“Prima di arrivare a Rotterdam – ha concluso il 4 volte vincitore Masters 1000 –, mi trovavo in uno dei peggiori momenti della mia carriera, il mio umore era a terra. Ho capito che si trattava di un problema soprattutto mentale e il mio allenatore [Gilles Cervara] è stato bravo nell’incoraggiarmi a continuare a provare. Sono consapevole che la mia striscia di vittorie dovrà finire ad un certo punto, ma l’aver vinto tre titoli consecutivi, l’essermi adattato velocemente a diversi contesti di gioco e l’aver gestito bene lunghi viaggi e cambi di fuso orario mi dà la convinzione di aver trovato il giusto ritmo. Al momento mi sento pronto per ottenere un buon risultato qui ad Indian Wells”.