Per vincere sulla terra bisogna sporcarsi, e uscire dal campo infarinati come… pesci. E’ quello che ha saputo fare Sonego a Cagliari, lottando ma anche mescolando le carte per battere Djere. Oggi parte Monte Carlo e anche gli altri italiani dovranno dimostrarsi all’altezza
Per vedere se hai dato il fritto, sulla terra devi uscire dal match come un pesce infarinato! E a Cagliari i segni della battaglia tra Lorenzo Sonego e Laslo Djere alla fine erano piuttosto evidenti. Tre ore di lotta sono abbastanza per dare a scarpe e calze quella sfumatura inconfondibile, a mezza via tra l’arancione e il marroncino, tipica del sudore misto a terra. Sicuramente la stagione sul rosso, da qui a Parigi, di giocatori infarinati ce ne regalerà bizzeffe e il sapone scorrerà a fiumi pur di riportare i tessuti a un accettabile nitore.
In attesa di sapere cosa mieterà il resto degli italiani sulla friabile superficie color mattone, godiamoci la maglia impolverata di Lorenzo Sonego sporcata di rosso sul centrale del Tennis Club, contro un avversario che definire coriaceo sarebbe un eufemismo. Campione uscente, il serbo di origine ungherese ha tenuto il campo con maestria preferendo la parte retrostante piuttosto che quella a ridosso della rete. Una visione di gioco che ha spinto il torinese a scelte anche azzardate pur di portare a casa i punti. A tal proposito mi verrebbe da dire che quando un giocatore è costretto troppo spesso a cose straordinarie, è sempre un brutto segno. Consapevole di questo elementare principio, Sonego ha avuto l’abilità di mischiare le carte alternando passaggi molto duri giocati da dietro ad altri risolti con un gioco di rete che è perfettamente nelle sue corde. Non contento, il torinese ha fatto un uso accurato della smorzata, ricorrendo a gesti di antica fattura che ci riportano gioiosamente indietro nel tempo. Con l’atteggiamento di colui che non vuol saperne di perdere, dopo il primo andato a male, il bel Lorenzo è rimasto aggrappato al punteggio issandosi con soluzioni coraggiose verso il tie break del secondo che gli hanno spalancato le porte del terzo. Qui è accaduto di tutto, compreso quel break sul due pari che è valso oro nella gestione finale del match. Un bel colpaccio che aggiunge un titolo a quello già esistente di Antalya.
Chi l’avrebbe detto un paio di mesi fa che, indossando calze immacolate sulla terra sarda, il polipo del torinese avrebbe finito per sporcarle al punto da vincere il torneo? Ebbene è accaduto! Mostrando, tra l’altro adattabilità da vendere a superfici dure o scivolose così come si addice a un giocatore dai caratteri universali. Lavaggi o no, il torneo sardo ci regala un giocatore in grande crescita che formichella formichella, si va arrampicando con giusta irriverenza verso le zone alte del ranking. Da domani sarà il numero 28 ma c’è da giurare che non finica quì!
E tanto per dirla tutta, anche Montecarlo apre il sipario con otto italiani nel main drawn. Ognuno con una sua storia naturalmente, seppure un filo rosso li renda in qualche modo simili giacché nei due mesi di rosso che abbiamo davanti, saranno tutti chiamati a uscire dalla lotta come pesci infarinati!